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lunedì 29 gennaio 2018

Recensione: Pulvis et Umbra - Antonio Manzini

Altro libro, altro post per recensirlo! Stavolta ritrovo Rocco Schiavone, il ruvido vicequestore che esce dalla penna di Manzini.

Sinossi: In "Pulvis et umbra" due trame si svolgono in parallelo. Ad Aosta si trova il cadavere di una trans. A Roma, in un campo verso la Pontina, due cani pastore annusano il cadavere di un uomo che porta addosso un foglietto scritto. L'indagine sul primo omicidio si smarrisce urtando contro identità nascoste ed esistenze oscurate. Il secondo lascia un cadavere che puzza di storie passate e di vendette. In entrambi Schiavone è messo in mezzo con la sua persona. 
E proprio quando il fantasma della moglie Marina comincia a ritirarsi, mentre l'agente Caterina Rispoli rivela un passato che chiede tenerezza e un ragazzino solitario risveglia sentimenti paterni inusitati, quando quindi la ruvida scorza con cui si protegge è sfidata da un po' di umanità intorno, le indagini lo sospingono a lottare contro le sue ombre. 
Tenta di afferrarle e gli sembra che si trasformino in polvere. 
La polvere che lascia ogni tradimento.

Recensione: Ultimo capitolo, speriamo per ora, della storia e delle vicende del vicequestore più antipatico della storia editoriale... Schiavone! Ma quanto mi ci sono affezionata io però, quanto mi diverte leggere le sue battute e le sue risposte così poco diplomatiche. E' un personaggio molto controverso, combattuto tra la lotta al crimine che è il suo lavoro e il suo passato poco limpido che spesso torna a chiedergli conto. Stavolta un crimine commesso ad Aosta sul quale Rocco deve indagare si dirama e si collega ad un altro caso nei dintorni di Roma che lo coinvolge direttamente. Lui si preoccupa evidentemente di venire a capo dei reati ma, i suoi amici e soprattutto quello che è stato il suo passato, ritornano per far riaffiorare fantasmi. Il ricordo di sua moglie Marina è ancora vivido, lui le conferma il suo amore cercando un dialogo su quanto gli sta accadendo e a volte ottiene risposte. In questo Rocco dimostra il suo lato tenero, quello affettuoso vero, che nel libro Pulvis et umbra lo lega anche ad un ragazzino, suo vicino di casa, sempre da solo e bisognoso di una guida adulta. In questo Rocco mi è molto piaciuto, lascia da parte il caratteraccio e si dedica ad un altro essere umano cercando di aiutarlo a risolvere i suoi "problemini" scolastici.  Questi problemi non riguardano addizioni o moltiplicazioni ma piuttosto episodi di bullismo e incapacità di reagire di fronte alle cattiverie cui lo sottopongono. Manzini non si smentisce e, con Rocco, riesce a scrivere storie complesse, enigmatiche e piene di colpi di scena inaspettati. Nonostante il numero di romanzi dedicati a Schiavone, il susseguirsi delle sue vicende non stanca, rimane preciso e incuriosisce fino all'ultima riga chi legge. Aspettando un altro libro che racconti altri pezzi di vita e di ricordi del vicequestore Schiavone, spero tanto che Manzini lo mantenga sempre con tutte queste caratteristiche e che, piano piano, lo risollevi dal cupo ricordo del suo passato e dal pesante fardello che la vita da poliziotto contro la vita fatta in gioventù e le sue conseguenze, gli presenta ad ogni piè sospinto. Forza Rocco!

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