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mercoledì 16 agosto 2017

Recensione: Eccomi di Jonathan Safran Foer

Buon pomeriggio! In questo agosto che alterna sole caldissimo a cieli coperti e cappe di umidità pazzesca, io continuo con la  mia attività preferita per superare l'afa: leggere! Questa volta l'obiettivo da raggiungere per La Ruota delle Letture è il numero 6 e quindi leggere un libro il cui titolo sia composto da una sola parola. Ho scelto Eccomi perchè ce l'ho da un bel po' di tempo nel Kindle, scaricato alla sua uscita ma sempre rimasto in attesa del tempo giusto. Di Safran Foer ho già letto anche Molto forte, incredibilmente vicino che mi ha positivamente sorpresa; è un autore che usa le emozioni, anche forti, per raggiungere il lettore.

Descrizione: «Eccomi.» Così risponde Abramo quando Dio lo chiama per ordinargli di sacrificare Isacco. Ma com’è possibile per Abramo proteggere suo figlio e al tempo stesso adempiere alla richiesta di Dio? Come possiamo, nel mondo attuale, assolvere ai nostri doveri a volte contrastanti di padri, di mariti, di figli, di mogli, di madri, e restare anche fedeli a noi stessi? Ambientato a Washington nel corso di quattro, convulse settimane, Eccomi è la storia di una famiglia sull’orlo della crisi. Mentre Jacob, Julia e i loro tre figli devono fare i conti con la distanza tra la vita che desiderano e quella che si trovano a vivere, arrivano da Israele i cugini in visita, in teoria per partecipare al Bar Mitzvah del tredicenne Sam. I tradimenti coniugali veri o presunti, le frustrazioni professionali, le ribellioni e le domande esistenziali dei figli, i pensieri suicidi del nonno, la malattia del cane, anche i previsti festeggiamenti: tutto rimane in sospeso quando un forte terremoto colpisce il Medio Oriente, innescando una serie di reazioni a catena che mettono a repentaglio la sopravvivenza dello stato di Israele. Di fronte a questo scenario imprevisto, ognuno sarà costretto a confrontarsi con scelte a cui non era preparato, e a interrogarsi sul significato della parola casa. L’atteso ritorno di Jonathan Safran Foer alla narrativa dopo oltre dieci anni travolge con l’energia e l’impatto emotivo del suo libro d’esordio, confermando il talento di uno scrittore unico. Ironico e irriverente, commovente e profondo: un romanzo-mondo che affronta in una prospettiva universale i temi cari all’autore – i legami famigliari, le tragedie della Storia, l’identità ebraica – e insieme apre squarci di grande intimità.

Recensione: I protagonisti del libro sono Jacob e Julia e tutto gira intorno alla festa di Bar Mitzvah del loro figlio Sam, una festa per celebrare il suo passaggio all'età adulta. Arrivano i parenti, si confrontano storie di vita quotidiane, difficoltà, errori, traguardi raggiunti e falliti ma il terremoto che colpisce i Paesi del Medio Oriente congela tutto. La paura del disastro condiziona la vita dei coniugi Bloch, il loro matrimonio diventa terreno fragilissimo e qualsiasi cosa è messa in discussione. Julia scopre nel telefono del marito dei messaggi compromettenti, Jacob si rende conto che sta andando in una direzione che lo porta lontano dai valori che considera sacri e si  scopre insoddisfatto dalla vita. I figli, inconsapevolmente coinvolti nella disfatta della loro famiglia, devono crescere e superare i loro dubbi senza poter contare su figure adulte "presenti ed efficaci". In questa famiglia manca una cosa fondamentale: il dialogo. Ognuno di loro cerca di sfuggire alle proprie difficoltà da solo, non esiste il confronto serio, lo scambio costruttivo. Tutto questo viene raccontato da Safran Foer e nel contempo ci spiega di politica medio-orientale, di tradizioni ebree e di religione in generale.
La mia opinione personale su questo libro purtroppo non è molto buona, non capita spesso che io abbia difficoltà a terminare di leggere ciò che ho in mano, stavolta è successo! La storia è interessante, lo riconosco, il ritmo però è troppo lento; troppe informazioni tutte insieme che mi hanno costretta più volte a tornare indietro e rileggere per riacciuffare il filo del discorso perso. Dialoghi interminabili che fanno giri immensi per spiegare cose semplici, la vita della famiglia Bloch passata al setaccio in modo meticoloso e precisissimo mette addosso una strana angoscia.  Sono partita molto ben disposta verso questo testo ma, leggendolo, mi sono dovuta ricredere: gli strilli che lo danno come uno dei libri migliori dell'anno scorso, per me, non sono così veritieri. Forse sono io di gusti particolari, può essere, ma confesso che non amo molto i testi farciti di cose politiche o estremamente prolissi nel racconto e in questo libro ho trovato tutto questo. Sono comunque felice di essere arrivata alla fine, non è da me lasciare libri a metà,  e ci tenevo a finirlo per raggiungere l'obiettivo della challenge che mi chiede di leggere un  libro il cui titolo sia composto da una sola parola. E' stata una mission sofferta davvero stavolta! Jacob e Julia rimarranno nella mia mente come esempio di fallimento da tenere presente: parlare sempre e comunque. Il dialogo è fondamentale in famiglia!

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