Don't dream your life... live your dreams!

sabato 24 giugno 2017

Recensione: Le madri di Brit Bennett

Ciao a tutti! In questo afoso pomeriggio di un sabato estivo cerco un posto fresco per scrivere la recensione al libro di Brit Bennett... Per la Ruota delle Letture, la reading challenge a cui partecipo, Laura mi ha dato da leggere proprio questo libro nel quattordicesimo giro.

Descrizione: Ambientato nella comunità nera della California del Sud, il romanzo d'esordio di Brit Bennett è un libro sull'amore, sui desideri, sulle luci e le ombre - scandagliate senza retorica e con coraggio - dell'essere madri. A narrarci la storia dei giovani, poi adulti, Nadia, Luke e Aubrey, sono "le madri", il cuore della comunità della Upper Room Chapel, che danno voce al coro senza tempo delle donne, a volte pettegole e spietate ma più spesso capaci di ascoltare le parole non pronunciate, di scrutare i segni dei tempi, di portare nel loro grande cuore il segno di un destino difficile. Nadia Turner ha diciassette anni, frequenta l'ultimo anno di liceo in un college di Oceanside, non lontano da San Diego, e porta nel cuore il peso insopportabile del suicidio della sua mamma, avvenuto pochi mesi prima. Nadia vive, o sopravvive, insieme al padre, uomo buono ma incapace di una relazione con lei, e nonostante tutto le ricordi il dolore e la colpa di sua madre, Nadia si ribella e guarda avanti, aspettando di sapere se è stata ammessa a una delle università cui ha fatto domanda e innamorandosi di Luke Sheppard. Anche lui, proprio come lei, ha qualcosa da dimenticare: figlio del pastore della chiesa che entrambi frequentano, era un campione nella squadra di football del college, ma una brutta frattura ha spezzato la sua gamba e la sua promettente carriera. La loro storia è emozionante e trasognata come tutti gli amori a quell'età, fino a che Nadia non rimane incinta, e le sembra che abortire sia la sola scelta giusta: è così facile, ogni ragazza oggi sa che è un diritto per il quale generazioni di donne hanno lottato. Nadia nasconde il suo segreto a tutti, compresa Aubrey, la nuova grande amica che condivide con lei il dolore di una madre perduta. Da giovani gli anni corrono veloci, senza quasi accorgersene Nadia, Luke e Aubrey diventano adulti: e quando Nadia torna a Oceanside per il matrimonio di Aubrey, l'ombra delle scelte compiute durante quella lontana estate in riva al mare cala improvvisamente su di loro come un debito da pagare, come una domanda che esige risposta. Una domanda bruciante: quando diventiamo adulti, è possibile sfuggire al peso delle scelte compiute dai noi stessi più giovani che siamo stati?

Recensione: Quando ho letto la mail con gli obiettivi per la challenge e mi sono trovata questo libro da leggere, subito l'ho acquistato in formato ebook. Ho voluto che fosse una scoperta in tutto e per tutto. Ho visto che Laura l'aveva recensito in un suo post ma, complice un mare di impegni, non sono riuscita a leggerlo. Quindi ora vi parlo del libro della Bennett che ho appena terminato.
La storia ha come protagonisti tre ragazzi le cui vite si intrecciano e, per lo strano gioco che il destino spesso prepara, si scontrano indelebilmente. Nadia rimane orfana di madre a diciassette anni, senza sapere i motivi che spingono la madre ad un tale gesto. Il suo rapporto col padre non è mai stato tanto stretto e questo impedisce loro di parlare della tragedia che li ha colpiti, non riescono ad elaborarla per poterla superare insieme uniti. Lei, ragazzina ribelle, si innamora del figlio del pastore, campione di football la cui carriera è rovinata da una gamba rotta. Si vedono anche di nascosto per amarsi e lei rimane incinta, lui confessa tutto ai suoi genitori. Lei invece non parla con nessuno, aspetta che Luke la riporti solo a casa dall'ospedale dopo l'aborto. Nadia non vuole avere un figlio, questo le è chiaro da subito, non vuole nemmeno avere l'opportunità di pensarci su. Tiene come ricordo solo una spilletta che le viene consegnata in clinica e dove sono raffigurati due piedini. Le loro vite vanno avanti, Nadia conosce Aubrey che nel corso del tempo diventa la ragazza e poi la moglie di Luke, la sua amicizia con lei non è tale comunque da farle confessare il loro passato. Lei va via per studiare e per laurearsi finché il padre si fa male e deve tornare per aiutarlo ed accudirlo. Anche se Luke è sposato con Aubrey, lui e Nadia si riavvicinano ma non parlano mai del bambino che insieme hanno concepito e che non è mai nato. Quello che più mi ha colpito in questo libro è la figura costantemente presente di qualche madre... Quella di Nadia che si suicida, quella di Aubrey che non vuole aver nulla a che fare con la figlia, quella di Luke che si adopera per "liberare" il figlio da una ragazza non adatta a lui e gli avvicna la moglie perfetta. ci sono poi le madri che girano attorno alla chiesa del pastore Sheppard, che scrutano i mutamenti e i movimenti dei giovani ragazzi e ne tengono d'occhio le reazioni per sapere tutto di loro. E c'è Nadia, madre mancata, che non ha mai voluto sapere davvero se il figlio che aveva in grembo sarebbe potuto essere una cosa meravigliosa per lei e non ha mai nemmeno voluto parlarne con il padre del bimbo... forse se l'avesse fatto loro avrebbero potuto avere una storia diversa e forse più felice. Perchè in fondo, l'aborto è certamente un diritto acquisito, ma le donne che ne fanno ricorso non possono mai dimenticare di essere state per breve tempo delle madri.
Libro molto intenso, scrittura insolita e ricca di cambi di prospettiva ma molto molto piacevole!


Nessun commento:

Posta un commento