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giovedì 2 febbraio 2017

Recensione: 7-7-2007 di Antonio Manzini

Ciao a tutti!
Eccomi qui per scrivere la mia opinione sul libro di Manzini che ho letto e finito da poco.

 Presentazione: "Lo sai cosa lasciamo di noi? Una matassa ingarbugliata di capelli bianchi da spazzare via da un appartamento vuoto". Rocco Schiavone è il solito scorbutico, maleducato, sgualcito sbirro che abbiamo conosciuto nei precedenti romanzi che raccontano le sue indagini. Ma in questo è anche, a modo suo, felice. E infatti qui siamo alcuni anni prima, quando la moglie Marina non è ancora diventata il fantasma del rimorso di Rocco: è viva, impegnata nel lavoro e con gli amici, e capace di coinvolgerlo in tutti gli aspetti dell'esistenza. Prima di cadere uccisa. E qui siamo quando tutto è cominciato. Nel luglio del 2007 Roma è flagellata da acquazzoni tropicali e proprio nei giorni in cui Marina se ne è andata di casa perché ha scoperto i "conti sporchi" di Rocco, al vicequestore capita un caso di bravi ragazzi. Giovanni Ferri, figlio ventenne di un giornalista, ottimo studente di giurisprudenza, è trovato in una cava di marmo, pestato e poi accoltellato. Schiavone comincia a indagare nella vita ordinata e ordinaria dell'assassinato. Giorni dopo il corpo senza vita di un amico di Giovanni è scoperto, in una coincidenza raccapricciante, per strada. Matteo Livolsi, questo il suo nome, è stato finito anche lui in modo violento ma stavolta una strana circostanza consente di agganciarci una pista: non c'è sangue sul cadavere. Adesso, l'animale da fiuto che c'è dentro Rocco Schiavone può mettersi, con la spregiudicatezza e la sete di giustizia di sempre, sulle tracce "del figlio di puttana che ha accoltellato due ventenni alla base del cranio». Ma se fosse la storia di un balordo solitario, sarebbe troppo liscia. Rocco invece ha un appuntamento con il fato tragico, e non sa di averlo. E quell' appuntamento gli lascia in eredità un nemico appostato quasi dieci anni dopo, quando, finito il ricordo, si ritorna al presente e Rocco ha da chiudere definitivamente il caso.
Il ritmo dei noir di Antonio Manzini dà il senso di un meccanismo dai mille ingranaggi che non perde mai un colpo, che gira all' unisono col travaglio esistenziale di un personaggio che resta nella mente, mentre lo sguardo di chi lo muove si posa critico e triste sulla realtà sociale dei tempi che corrono.

Recensione: Che personaggio ruvido Rocco! Il vicequestore Rocco Schiavone è tutto ciò che rappresenta il politically incorrect... fuma erba, insulta chi lo circonda, non rispetta le regole e le gerarchie ma ama profondamente sua moglie Marina. Quando lei scopre alcuni "dettagli" sulle attività extra-lavorative del marito si arrabbia così tanto che se ne va di casa e si trasferisce dai suoi genitori. Rocco è alle prese con un nuovo caso da risolvere, due omicidi simili da risolvere ma nel frattempo deve riconquistare la fiducia di sua moglie. Schiavone conduce le indagini a modo suo e lo aiutano i suoi amici storici che sono tanto scorretti nei modi quanto limpidi negli intenti.  Il vicequestore risolve il caso ma perderà il bene più prezioso a causa di questo. La sua perdita spiega il perchè del trasferimento ad Aosta, spiega come mai un ricercato sia sparito dalla circolazione, spiega la ruvidità solitaria di Rocco e mi fa apprezzare questo personaggio perchè cerca sempre la giustizia, anche se a modo suo. Mi rimane impresso il suo motto: "Ora, qui e adesso. La vita è una sola!" Quanto è vero! A volte gli eventi della vita ci fanno perdere tempo prezioso che dovremmo usare per stare con le persone amate... basta un attimo o uno sbaglio per perderle. Ma la giustizia, quando arriva, può ridonare la serenità perduta? Non sempre e non a Rocco che continua ad essere un anima in pena e io, personalmente ho comprato anche altri libri di Manzini. Ora non posso stare senza leggere anche le altre sue storie! Troppo intrigante il personaggio e troppo ben scritto per non sapere da dove arriva Schiavone e come continuano le sue indagini... 
Non posso ancora paragonare Manzini a Camilleri ma leggere questo libro mi ha appassionato come quando ho letto le storie del Commissario Montalbano... L'autore ti prende e ti aggancia al racconto dalla prima riga all'ultima!

Con questo libro raggiungo l'obiettivo  Antro delle Blogger della Ruota delle Letture.
Ora inizio con il successivo.. Buone letture a tutti!

Mariangela

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