Don't dream your life... live your dreams!

domenica 31 dicembre 2017

Recensione: Percy Jackson racconta gli dei greci di Rick Riordan

Un altro post per un'altra recensione... avere le figlie in vacanza mi consente di procedere più spedita con le letture e questo non può che farmi felice!!!
Questo post vi parlerà delle mie impressioni su di un libro che ho praticamente "preso in prestito" alle mie figlie! Per la nuova challenge  "Di che colore sei?" ho scelto un libro per ragazzi che sia anche un fantasy e Percy Jackson ci si adatta a pennello direi.

Sinossi: Amori, passioni, eroismi, avventure, colpi di genio. Ma anche furti, bugie, pugnalate alle spalle, fratricidi e, per non farsi mandare nulla, un pizzico di cannibalismo. Gli dei della mitologia greca, si sa, hanno un caratterino imprevedibile, e nessuno meglio di Percy Jackson conosce gli esiti spesso catastrofici delle loro estrosità. Del resto un semidio ha uno sguardo privilegiato sugli abitanti dell'Olimpo e può svelarci le loro storie osando intitolarle "Tutti pazzi per Afrodite", "Dioniso conquista il mondo grazie a una bevanda rinfrescante" o "Artemide sguinzaglia il Maiale della Morte". Dissacrante e ironico come sempre, ma al tempo stesso preciso e accurato nel racconto dei miti greci più celebri, Rick Riordan torna con una guida divertentissima al Monte Olimpo e dintorni, dopo la quale ninfe, ciclopi e divinità primordiali vi sembreranno familiari come i vostri cugini.

Recensione: Leggere questo libro mi ha riportata indietro nel tempo, quando, alle medie la mia prof. di Lettere tentava di spiegarci la mitologia greca e in cambio otteneva sbadigli a raffica! Se solo ci fosse venuto in aiuto Percy Jackson io e i miei compagni avremmo trovato meno noioso e truce imparare tutto su Era, Poseidone e compagni! E' stata davvero una bella scoperta leggere questo racconto e appassionarmici, conoscere i miti attraverso gli aneddoti e i segreti che l'autore ci riporta li ha resi simpatici e molto più comprensibili rispetto ai testi scolastici dei miei tempi! La visione moderna e divertente che Rick Riordan conferisce alla voce narrante di Percy, semidio semiserio e molto, molto bravo a trascinare noi lettori nel suo appassionato racconto delle avventure e disavventure degli abitanti dell'Olimpo, rende la lettura piacevole e veloce. Troviamo addirittura nominati i reality show e le crisi tra coniugi che associati ai miti fanno un pochino sorridere ma attualizzano così il testo e i giovani trovano un linguaggio più adatto a loro. Penso che questo libro aiuti i ragazzi ad imparare la mitologia in maniera divertente e anche un pochino scanzonata, cosa questa che incentiva ad approfondire poi la conoscenza attraverso gli insegnanti a scuola! In conclusione posso tranquillamente dire che, grazie alla chalenge, ho avuto l'occasione di leggere questo libro ed è stata una scoperta molto positiva.

sabato 30 dicembre 2017

Recensione: Il buio oltre la siepe di Harper Lee

Buonasera! Ultime ore per questo anno, il 2017, che devo dire non è stato perfetto ma almeno neppure così tragico. Spero sempre nei miglioramenti e in un pochino di tempo in più da poter dedicare alle cose che mi piace fare ma questi sono desideri e magari, se non li dico a voce troppo alta, almeno uno si avvera! Ora vi presento uno degli ultimi libri terminati per questa fine d'anno: Il buio oltre la siepe di Harper Lee.

Sinossi: In una cittadina del "profondo" Sud degli Stati Uniti l'onesto avvocato Atticus Finch è incaricato della difesa d'ufficio di un "negro" accusato di violenza carnale; riuscirà a dimostrarne l'innocenza, ma l'uomo sarà ugualmente condannato a morte. La vicenda, che è solo l'episodio centrale del romanzo, è raccontata dalla piccola Scout, la figlia di Atticus, un Huckleberry in gonnella, che scandalizza le signore con un linguaggio non proprio ortodosso, testimone e protagonista di fatti che nella loro atrocità e violenza non riescono mai a essere più grandi di lei. Nel suo raccontare lieve e veloce, ironico e pietoso, rivive il mondo dell'infanzia che è un po' di tutti noi, con i suoi miti, le sue emozioni, le sue scoperte.

Recensione:Questo libro è un classico della letteratura americana e da un po' di tempo non avevo occasione di leggere un titolo del genere.La scrittrice, Harper Lee, ha descritto con molta precisone la storia di Scout e della sua famiglia, della città dove vive in Alabama e dei sentimenti che aleggiavano a Maycomb durante quel periodo storico. Siamo negli anni '30  e Scout, con la sua visione di bambina molto sveglia e frizzante, racconta le vicende che girano attorno al lavoro del suo papà, un avvocato chiamato a difendere un afroamericano dall'ingiusta accusa che lo vede portato a processo. La cittadina è teatro di pettegolezzi, gesti eclatanti o nascosti ed ha qualche cosa che incuriosisce la piccola Scout. Come la casa dei vicini, con un aspetto trascurato e misterioso, che da sempre è nel suo immaginario popolata da creature terribili. Scout ci da una lezione fantastica di umana comprensione e di delicatezza... lei si chiede perchè gli uomini non possano andare d'accordo tra loro e, questa particolare domanda, posta in quegli anni è davvero coraggiosa! Il suo papà e anche lei con suo fratello, pagano molto caro il gesto caritatevole di aver difeso un innocente ma "di colore". La sua descrizione del processo, a cui assiste nascosta, ci fa capire quanto disumanità abbia regolato le decisioni degli uomini in vari momenti storici. Alla fine, a condizionare i giudizi, basta un giardino incolto o una siepe che non si ha coraggio di oltrepassare... come quello che nasconde Boo Radley al resto del mondo e che lo fa apparire nel momento del bisogno di Scout e suo fratello e che li salva. In fondo, forse ha ragione Scout quando pensa che la malvagità del mondo sia da evitare nascondendosi.
Bellissima lezione di disarmante e genuina umanità, questo libro mi ha dato conferma che se è diventato un classico un motivo c'è! Affronta argomenti di attualità, sebbene ambientato in un'epoca lontana, molto schietto il messaggio che lascia: combattere il razzismo, il pregiudizio e i prepotenti è compito di tutti. 

Con questa recensione partecipo a questa  Reading Challenge e anche a questa nuova sfida che, spero vivamente di riuscire a seguire per tutto il nuovo anno! A presto...

lunedì 18 dicembre 2017

Recensione: La ragazza nella nebbia di Donato Carrisi

Buon lunedì! Mi appresto a scrivere questa recensione con un po' di malinconia infatti questa è l'ultima per la challenge La Ruota delle Letture . Sono molto soddisfatta di aver partecipato ed essere riuscita a mantenere l'impegno, qualche obiettivo l'ho perso per strada ma mi sono data da fare per non restare troppo indietro e per concludere meglio che potevo. Oltretutto, con questa sfida, ho potuto leggere libri che non avrei letto ed apprezzarne altri, recensiti da Laura e Laura, che magari mi sarebbero altrimenti sfuggiti. ora aspetto con ansia la partenza della nuova Challenge Tutti ad Howgards con le 3 Ciambelle che ci accompagnerà durante il nuovo anno.
Ritornando al motivo del post, eccovi i miei pensieri sul libro di Carrisi che è uscito un po' di tempo fa ma che è ritornato in libreria sull'onda del film omonimo in proiezione nei cinema italiani. Questo testo risponde all'obiettivo 4: leggere un libro nel cui titolo ci sia una consonante doppia vicina.

Descrizione: La notte in cui tutto cambia per sempre è una notte di ghiaccio e nebbia ad Avechot, un paese rintanato in una valle profonda fra le ombre delle alpi. Forse è stata proprio colpa della nebbia se l'auto dell'agente speciale Vogel è finita in un fosso. Un banale incidente. Vogel è illeso, ma sotto shock. Non ricorda perché è lì e come ci è arrivato. Eppure una cosa è certa: l'agente speciale Vogel dovrebbe trovarsi da tutt'altra parte, lontano da Avechot. Infatti, sono ormai passati due mesi da quando una ragazzina del paese è scomparsa nella nebbia. Due mesi da quando Vogel si è occupato di quello che, da semplice caso di allontanamento volontario, si è trasformato prima in un caso di rapimento e, da lì, in un colossale caso "mediatico". Perché è questa la specialità di Vogel. Non gli interessa nulla del dna, non sa che farsene dei rilevamenti della scientifica, però in una cosa è insuperabile: manovrare i media. Attirare le telecamere, conquistare le prime pagine. Ottenere sempre più fondi per l'indagine grazie all'attenzione e alle pressioni del "pubblico a casa". Santificare la vittima e, alla fine, scovare il mostro e sbatterlo in galera. Questo è il suo gioco, e questa è la sua "firma". Perché ci vuole uno come lui, privo di scrupoli, sicuro dei propri metodi, per far sì che un crimine riceva ciò che realmente gli spetta: non tanto una soluzione, quanto un'"audience". Sono passati due mesi da tutto questo, e l'agente speciale Vogel dovrebbe essere lontano, ormai, da quelle montagne inospitali. Ma allora, cosa ci fa ancora lì? Perché quell'incidente? Ma soprattutto, visto che è illeso, a chi appartiene il sangue che ha sui vestiti?

Recensione:  La storia è ambientata in un paesino di montagna, freddo e nebbioso e dove la gente condivide lo stile di vita chiuso e riservato. La scossa alla normalità arriva dalla scomparsa di una ragazzina, Anna Lou, e dal clamore mediatico che nasce intorno al paesino, ai suoi abitanti e ai protagonisti del fatto. L'agente speciale che indaga sulla scomparsa ha un incidente in auto, viene soccorso e deve spiegare perchè ha gli abiti sporchi di sangue. Si alternano pagine di racconti che descrivono i fatti prima e dopo la scomparsa di Anna Lou: le vite di chi la conosce diventano ad uso del caso e Vogel, l'agente, dimostra da subito, di lavorare più per un riscontro mediatico che per il ritrovamento della ragazza. Sono sue iniziative quelle di passare ad arte notizie ai giornalisti per indirizzare i sospetti, quelle di nascondere elementi utili alle indagini e quelle di non dar peso ad indizi anche importanti. In fondo Vogel ragiona, a suo modo, per interesse dell'indagine: accresce la curiosità e costruisce prove e sospetti per dare un colpevole adatto al pubblico. Leggere questo libro stuzzica la curiosità, si cerca la fine per sapere come va a concludersi la vicenda. Carrisi ha una dote unica... trascina il lettore per il naso dove vuole! Semina indizi che preludono ad una tipo di finale per poi sparigliare di nuovo tutto e lasciare a bocca aperta leggendo l'epilogo. Io ho avuto modo di apprezzarlo come scrittore con il suo primo libro "Il suggeritore" e lo trovo ancora tremendamente bravo a trovare racconti che toccano (la scomparsa di una ragazza non lascia mai nessuno indifferente e suscita angoscia perché è  l'incubo di tutti i genitori di adolescenti...) e costruisce la sua trama aumentando sempre il livello di curiosità e di dubbio per poi far cadere il lettore a precipizio quando svela il finale! Di nuovo un bel libro... non dico di più per evitare di rovinare il gusto di leggerlo!

Alla prossima sfida!

mercoledì 13 dicembre 2017

Recensione: Torta al caramello in Paradiso di Fannie Flagg.

Buongiorno! Ecco a voi la recensione del secondo libro, di tre da leggere, per l'ultimo giro di ruota nella challenge La Ruota delle Letture. Il libro Torta al caramello in Paradiso risponde all'obiettivo Copertina rosa.

Descrizione: La vita è proprio strana... Lo può ben dire l'ultraottantenne Elner Shimfissle, che un momento prima si inerpica sulla scala per raccogliere i fichi dall'albero e un momento dopo si ritrova a terra, priva di sensi dopo essere stata punta da uno sciame di vespe. I vicini la soccorrono subito e la portano in ospedale dove purtroppo i medici non possono far altro che constatarne il decesso. Alla notizia, parenti, amici e l'intera comunità della cittadina di Elmwood Springs sono colti da un'infinita tristezza e da un rimpianto inconsolabile: con i suoi saggi consigli e la sua purezza di cuore quella generosa e intrepida vecchietta era stata un punto di riferimento prezioso per tutti. Iniziano i preparativi per il funerale e da tutto il paese arrivano fiori e condoglianze. Ma nessuno ha fatto i conti con la defunta... Elner, stesa su una barella in camera mortuaria, apre gli occhi con l'impressione di sentirsi molto meglio e, benché stupita che nessuno si accorga più di lei, si alza, esce dalla porta, percorre il corridoio fino a un ascensore, vi sale e, dopo un viaggio che ha dell'incredibile, si ritrova in Paradiso a vivere un'avventura che non si sarebbe mai aspettata, incontrando persone che non avrebbe mai creduto di poter vedere, esaudendo il suo grande sogno: domandare tutto ciò che ha sempre voluto sapere riguardo alla Vita. Ma forse la sua ora non è ancora giunta, ed Elner potrebbe tornare indietro, nel mondo dei vivi, a rivelare qual è il segreto della felicità.

Recensione:  I libri di Fannie Flagg stanno diventando una piacevole lettura per me. Grazie alla sfida a cui partecipo, infatti, ho avuto modo già di leggerne tre e li trovo tutti molto gradevoli. La scrittrice descrive, con incantevole poesia e delicatezza, la vita ad Elmwood Springs e sembra quasi di essere lì, a vivere le storie con i protagonisti del libro. Stavolta il perno su cui ruota tutta la narrazione è zia Elner, una ruspante ed arzilla signora che finisce all'ospedale per una caduta dalla scala mentre sta raccogliendo fichi. Purtroppo, nonostante le tempestive operazioni di soccorso, la signora Elner muore causando, ovviamente, dolore e scompiglio a parenti e amici. Elner non è realmente morta, lei compie un "viaggio" che la porta in Paradiso dove incontra persone conosciute e vive momenti speciali. Non è ancora tempo, per lei, di lasciare questo mondo e così si risveglia con grande stupore dei suoi parenti e di tutti quasi quelli che la conoscono... qualcuno invece rimane molto sconvolto alla scoperta che Elner sta benone! Chi vive ad Elmwood Springs, e non solo, prende questa vicenda come viatico per raccontare episodi di vita che li legano ad Elner, dimostrando così che lei ha sempre saputo portare un pò di serenità in chi le vive accanto distribuendo sorrisi. La vita va vissuta col serenamente e ognuno può portare gioia nelle vite altrui; questa a grandi linee è la filosofia di Elner. La storia della Flagg, stavolta, è ambientata in tempi molto più recenti rispetto ai precedenti racconti e sono incredibilmente stupita dalla bravura dell'autrice che mi sa trasportare in un mondo bellissimo e così old style. Tutti i parenti, i vicini e gli amici si preoccupano per Elner, parlano tra loro, costruiscono una rete di amicizie che, al giorno d'oggi, sembrano così difficili da attuare, concentrati come siamo nel nostro individualismo a volte non siamo capaci nemmeno di augurare buongiorno a chi ci sta vicino! Elner e la Flagg ci lasciano il messaggio che un pochino di ottimismo nella vita  aiuta a circondarsi di persone più disponibili ad aiutarci. Zia Elner profuma di caramello anche attraverso le pagine di questo libro tanta è la dolcezza che dispensa nella sua lunga e saggia vita e, quando finisco i libri di Fannie Flagg mi rimane la bellissima sensazione di pace e un sorriso stampato in faccia, a dimostrazione della positività che trasmettono!

Recensione: Il respiro delle anime di Gigi Paoli

Buona sera a tutti! Eccomi qui, dopo un bel po' di tempo, con una nuova recensione per La Ruota delle Letture che sta volgendo al termine! Siamo all'ultimo giro e confesso che non mi sembra vero... è passato un anno velocissimamente in compagnia di tanti libri! Grazie a Laura e Laura per l'impegno e il gran lavoro che  sta dietro a questa bellissima challenge e per avermi saputo così tanto coinvolgere da non abbandonarla prima della fine. Dicevo che siamo all'ultimo giro e, stavolta, i libri da leggere entro la scadenza del 19 dicembre, sono ben tre. Oggi vi parlo del primo che ho terminato: Il respiro delle Anime di Gigi Paoli e l'ho scelto per l'obiettivo 10 che mi chiede di leggere un libro pubblicato nel 2017.

Descrizione: È una torrida mattinata di luglio, le scuole sono ormai chiuse e sulle strade semideserte di Firenze e dintorni è calato un silenzio irreale, ma Carlo Alberto Marchi, tenace cronista e instancabile padre-single, continua inesorabilmente a svegliarsi alle sette e dieci. Non resta che mettersi in viaggio verso "Gotham City", l'avveniristico Palazzo di Giustizia nella periferia della città - nonché uno dei dieci edifici più brutti del mondo secondo svariate classifiche - e andare a caccia di notizie sull'allarmante ondata di morti per overdose che negli ultimi mesi ha colpito la città. Un'inchiesta con cui il direttore del "Nuovo Giornale" sta marcando stretti il reporter e il suo collega, "l'Artista", che con la loro tendenza all'insubordinazione non godono certo delle sue simpatie... Ma a scombinare l'agenda di Marchi arriva una notizia che gli fa subito drizzare le antenne: nella notte, a pochi passi da Gotham, un ciclista è stato ucciso da un'auto pirata scomparsa nel nulla. Un banale incidente? Solo all'apparenza. Perché se si aggiunge che la vittima era il dirigente americano di una nota azienda farmaceutica, e che solo pochi giorni prima era rimasto coinvolto in una retata in un ambiguo locale del centro, il caso si fa piuttosto interessante. Molte e intricate sono le piste che si aprono davanti alle forze dell'ordine e a chiunque abbia voglia di vederci chiaro: una lugubre villa dalle finestre murate, un misterioso iPhone placcato d'oro, un barbone che forse dice la verità, un pericoloso boss della malavita... Marchi si troverà alle prese con l'inchiesta più complessa, torbida e inquietante della sua carriera.

Recensione: Il libro è ambientato a Firenze, in una estate torrida che rende l'aria pesante e costringe Carlo Marchi, giornalista di cronaca giudiziaria, a rifugiarsi volentieri all'interno del Palazzo di Giustizia non solo per lavoro ma anche per godere dell'aria condizionata! Marchi sta seguendo un caso che potrebbe sembrare solo un incidente ma così non è; indagando poco in modo ufficiale e molto di più in modo ufficioso, riesce a mettere insieme molti tasselli utili per spiegare il mistero dell'americano morto. Molte cose non sono chiare, fin da subito, al cronista e anche al sovrintendente Rindi. I due, collaborando nelle indagini, riescono a dipanare i misteri che si nascondono dietro un apparente "incidente" e svelano interessi, malaffari e sete di potere e di soldi che causano morti violente e suicidi. Non conoscevo l'autore e questo è il primo dei suoi libri che ho avuto modo di leggere. Sono molto colpita dal suo stile: il ritmo che imprime alla trama è di quelli incalzanti, non si riesce a mollare il libro perchè tanta è la curiosità di sapere. Marchi è un personaggio genuino, un padre separato che deve gestire una figlia adolescente (e mi ci sono rispecchiata nelle sue riflessioni sulla  bambina che sta crescendo e sulle discussioni che ne conseguono!) e un giornalista scrupoloso che non si limita a scrivere di un caso ma vuole descrivere e conoscere tutto quello che può in merito. Il libro descrive molto Firenze ed è un piacere leggere quello che Paoli scrive della sua città; ci offre infatti anche l'opportunità di conoscere aneddoti, tradizioni e curiosità che la riguardano ma ne descrive anche la dark side, quella che il turista non vede ma che esiste e nel libro diventa il luogo per loschi traffici rischiosi. Ho apprezzato molto questo libro, mi ha tenuto incollata alle pagine perchè troppa è la curiosità che suscita di sapere chi è il colpevole. In più è stato divertente ed ironico leggere, soprattutto, le discussioni che Marchi ha con la figlia che sono, a volte, esilaranti ma molto rappresentative dei pensieri degli adolescenti odierni.

domenica 26 novembre 2017

Recensione: Un ballo ancora di Katherine Pancol

Secondo post del giorno e seconda recensione per il venticinquesimo giro di ruota della Challenge la Ruota delle Letture. Stavolta l'obiettivo richiesto è quello della copertina verde e nella mia TBR non ho trovato nulla di adatto. In biblioteca c'era questo e, ora posso dirlo, mi sono sacrificata per la causa!

Descrizione: Clara, Joséphine, Lucille e Agnès sono cresciute in un anonimo sobborgo parigino negli anni Settanta condividendo l'infanzia e l'adolescenza, poi ognuna ha seguito la propria strada. Ma non si sono mai perse di vista e si ritrovano spesso: per confidarsi, ricordare il passato e ridere insieme. Quattro donne alle prese con la solitudine, il sesso, la fedeltà e il tradimento, i figli, il lavoro. E soprattutto l'amore. Cinica e dura in apparenza, in realtà fragile e insicura, Clara è legata a un uomo che non ama e vuole lasciare. Non riesce a dimenticare Rapha, il compagno della sua gioventù, diventato un artista di fama, con il quale ha avuto una relazione tempestosa e passionale. Figlia di panettieri, Josephine si è rifugiata fra le braccia di Ambroise, uno stimato chirurgo, conquistando un'elevata posizione sociale. Ma un'insoddisfacente vita amorosa la spinge, nonostante i tre figli, ad abbuffate di sesso con sconosciuti. Lucilie, la più raffinata e affascinante, frequenta il jet set con il marito ricchissimo ma vanesio, che preferisce le battute di caccia in Scozia a lei, inducendola così a tradirlo. Casalinga, madre di due figli, Agnès sembra la più tranquilla: in verità è tormentata da inquietudini che hanno profonde radici nel passato. Sarà una sconvolgente rivelazione a far esplodere il dramma. E l'amicizia che da anni le unisce rischierà di spezzarsi per sempre.

Recensione: Questo libro racconta la storia di quattro donne, amiche da sempre, che continuano a trovarsi per condividere esperienze, gioie, dolori e anche segreti. Ognuna di loro sembra avere una vita appagante invece soldi e  posizione sociale non possono riempire i vuoti affettivi che tutte, più o meno, dimostrano di avere. C'è chi ama un ex compagno di gioventù, chi si accoppia con il primo che capita, chi tradisce per rifarsi di un marito distratto e chi ha profonde ferite nell'animo. Leggendo le loro storie mi sono resa conto che non vorrei mai, un domani, ritrovarmi frustrata e incapace di amare come queste quattro donne. Ognuna di loro, a modo suo, dimostra che non basta inseguire il successo o il buon partito o l'uomo famoso per avere una famiglia a cui dare e ricevere amore. Quando la Pancol descrive queste donne, i loro stati d'animo e le loro emozioni io mi sono molte volte persa... le ho trovate pesanti e soprattutto senza una regola. Il libro è scritto "tutto attaccato": si passa da una situazione all'altra, da una protagonista all'altra senza capirci molto, senza trovare quel senso di ordine che rimette a posto le idee per continuare a seguire la trama. Certi punti poi sono stati terribili da leggere, come l'episodio del signor Brieux. Insomma, come scrivo all'inizio di questo post, ho letto questo libro solo perchè siamo quasi alla fine della challenge e mi servono i punti e perchè non ho trovato altro di verde (che non avessi già letto). In tutta franchezza questo libro non mi è piaciuto, descrive molto bene l'animo delle donne ma non mi piace quello che ne esce: fragilità, egoismi, lussuria fine a sè stessa e personalità inconsistenti.

Recensione: La scelta decisiva di Charlotte Link

Eccoci di nuovo... in questa domenica grigia e fredda, a scrivere il post per recensire il libro di Charlotte Link  - La scelta decisiva -
scelto per raggiunger l'obiettivo numero sedici nella challenge la Ruota delle Letture che mi chiede di leggere un libro di questa autrice. Non avevo mai letto nulla della Link e devo dire che è stata una buona occasione per leggere qualcosa di suo e per cominciare ad apprezzarla.

Descrizione:  Simon sognava di trascorrere le vacanze di Natale con i figlie e la sua compagna in un tranquillo paesino nel sud della Francia. Ma a quanto pare il sogno è destinato a non realizzarsi: i figli gli comunicano che hanno tutt’altri progetti, e la compagna lo abbandona all’ultimo momento. Ciononostante Simon decide di partire da solo, finché, lungo la strada, incontra una giovane donna, Nathalie: disperata, senza soldi, senza documenti non sa dove andare e Simon le dà un passaggio e d’impulso le offre di ospitarla nella casa che ha affittato. Non sa che questa sua decisione lo farà precipitare in un incubo e in un mondo le cui tracce, macchiate di sangue, conducono fino in Bulgaria e a una ragazza di nome Selina che cercava una vita migliore ma che ha trovato l’inferno. Selina riesce a sfuggire ai suoi aguzzini ma la sua vicenda si intreccerà in modo drammatico e inaspettato ai destini di Simon e Nathalie a mille chilometri di distanza...

Recensione: La storia di Simon e delle sue drammatiche disavventure inizia a partire dal gesto caritatevole di accogliere ed aiutare Nathalie. Dal loro incontro in poi si sviluppa una vicenda di intrighi e violenze e sofferenze che tengono i lettori in un continuo stato di curiosità e ansia... le pagine si divorano velocemente alla ricerca del particolare che ci sveli il mistero. Simon doveva solo trascorrere le feste di Natale con le figlie, per amor di quiete, e con la ex nonostante la contrarietà della sua attuale compagna. Invece tutto prende una piega drammatica, c'è di mezzo un omicidio, sembra che Nathalie, giovane ragazza con una storia di abbandono e sofferenze, sia coinvolta e Simon si ritrova a dover fuggire senza sapere perchè. Le loro vicende si uniscono, sempre in maniera violenta, a quelle di Selina, aspirante modella che cerca solo un lavoro e un pochino di fortuna. La storia che si svolge tra Francia, Germania e Bulgaria, è avvincente, si legge con avidità perchè ci si aspetta sempre qualche elemento rivelatore che arriva ma solo verso la fine. Il libro è veramente scritto bene, sono soddisfatta e contenta di aver avuto l'opportunità di conoscere la Link, una bravissima autrice di libri ad alto contenuto di suspence e di intrigante curiosità che accompagna fino alla fine del volume (sono ben 428 paginette!) tenendo sempre altissima l'attenzione e la voglia di conoscere il finale che vede Simon un pochino meno remissivo di come lo conoscevano i suoi cari e molto più maturo...


domenica 12 novembre 2017

Recensione: Il tuo anno perfetto inizia da qui di Charlotte Lucas

Buona domenica! Ecco la seconda recensione per il mio ventiquattresimo giro di ruota della Challenge La Ruota delle Letture. L'obiettivo numero 5 mi chiede di leggere un libro di una casa editrice maggiore e io ho scelto questo di Charlotte Lucas.
Sulla pagina Facebook della Garzanti Libri viene presentato in un modo che mi ha molto incuriosito e così ho subito unito obiettivo al libro e ... ecco qui il mio pensiero.

Descrizione: Tutti, almeno una volta, abbiamo iniziato l'anno impugnando una lista di buoni propositi. Ma per Jonathan non è così. Intrappolato in una vita monotona, ha perso la fiducia in un futuro diverso. Fino a quando, il primo gennaio, trova un'agenda piena di appuntamenti già fissati per tutto l'anno. Per uno come lui sono impegni troppo stravaganti, lontani dalla sua solita vita: camminare a piedi nudi sull'erba, dormire sotto le stelle, svegliarsi all'alba per assistere al sorgere del sole. Eppure, senza sapere di chi sia l'agenda, decide di andare al primo appuntamento. E qui, inaspettatamente, riceve una piccola grande lezione: bisogna imparare a dare oltre che ricevere, e mostrarsi sempre grati di quello che si ha. Parole semplici che hanno il potere di smuovere qualcosa nell'ostinato Jonathan. Di incoraggiarlo ad aprire di nuovo il suo cuore e tornare a sperare. Forse era destino che quell'agenda trovasse proprio lui. Forse è arrivato il momento di accettare la sfida del cambiamento e di riscoprire la bellezza delle piccole cose: dal piacere per la lettura allo stupore di un cielo stellato. A poco a poco, appuntamento dopo appuntamento, sorpresa dopo sorpresa, Jonathan torna a gustare sensazioni ed emozioni che credeva non potessero tornare. Ma quell'agenda speciale ha in serbo altri segreti da fargli scoprire. Perché chi l'ha riempita di impegni l'ha fatto per un atto d'amore. Un ultimo regalo alla persona più importante della sua esistenza. Un regalo per ricordare che la vita è il tesoro più prezioso ed è troppo breve per lasciare che, senza che ce ne accorgiamo, ci scivoli tra le dita. Una storia delicata che ci insegna a non rimandare mai, perché oggi è il giorno perfetto per amare e credere che dietro l'angolo ci sia sempre qualcosa per cui stupirsi ancora.

Recensione: Questo libro inizia descrivendo Jonathan come un pignolo, rigido e solitario personaggio che il primo giorno dell'anno, infastidito dai festeggiamenti altrui, va a correre al mattino presto come fa ogni altra mattina dell'anno. Di nuovo, quel giorno. però c'è che Jonathan trova una borsa appesa alla sua bici. Dentro trova un'agenda per il nuovo anno già tutta programmata. Lui cerca di ritrovare il proprietario ma non riesce e allora decide di tenerla e, come azione inconsueta da parte sua, di cambiare le sue abitudini per seguire quello che trova scritto per ogni giorno. La sua vita subisce una svolta decisiva: capitano cose che non credeva possibili, incontra persone inconsuete per lui, vive esperienze fuori di suoi schemi. Insomma... si lascia andare ad una nuova vita, più dedita a cogliere ogni attimo bello che capita piuttosto che a conservare abitudini. Quello che non sa Jonathan è che l'agenda lo collega a una ragazza che incrocia più volte e che lo colpisce dritto al cuore. Lei ha preparato l'agenda come dono per il suo fidanzato, vuole fargli capire che la vita è degna di essere vissuta anche quando sembra che manchino i motivi per sperare. Alla fine Jonathan incontra Hannah, si raccontano dell'agenda e delle vicende ad essa legate e da li partirà davvero un anno perfetto. Questo libro è stata veramente una bella e positiva esperienza di lettura: trovare scritte così tante piccole chicche che spronano a cambiare il punto di vista nell'analisi dei fatti e delle cose quotidiane  porta una voglia di cambiamento anche a noi che leggiamo.La storia è raccontata talmente bene che sembra di essere lì, presenti con i protagonisti, tanto è precisa la scrittrice. Bravissima la Lucas a tratteggiare gli stati d'animo di Hannah, il rigido modo di pensare e di fare di Jonathan, l'ardore di amici come Leo e come Lisa. le vicende che loro vivono sono talmente simili a quelle che potremmo vivere noi che viene facile immedesimarsi, sospirare quando Jonathan e Hannah si ritrovano tanto vicini da sfiorarsi ma non è ancora il momento. Leggendo questo libro viene da chiedersi se davvero il destino tesse la sua trama per noi e decide il momento in cui due persone possono incrociarsi e innamorarsi. Soprattutto però, questo libro, fa riflettere sul modo in cui viviamo: sappiamo godere di ogni piccolo attimo di gioia e anche di quelli meno belli?  A volte basta questo per farci vedere la vita in un modo diverso... e magari migliore!

sabato 11 novembre 2017

Recensione: Ti prego lasciati odiare di Anna Premoli

Buonasera a tutti! E' arrivato il freddo... finalmente direi! E non c'è piacere maggiore che leggere un bel libro al calduccio della stufa. Oggi sono qui a scrivere la recensione del libro di Anna Premoli. Per il ventiquattresimo giro della Ruota delle Letture devo raggiungere l'obiettivo 9 e quindi leggere un libro che abbia vinto il premio Bancarella. Ho cercato l'albo d'oro dei vincitori del premio e ho trovato ben due titoli presenti nella pila dei miei TBR: L'amore è tutto di Michela Marzano e Ti prego lasciati odiare di Anna Premoli. A dirla tutta non sapevo che questi titoli fossero vincitori di tale premio ma la cosa mi ha piacevolmente sorpreso... li ho comprati da un bel po' di tempo e questa challenge mi sta aiutando a sfoltire i libri in attesa... ogni tanto qualcuno cade a fagiuolo! Ho scelto il libro della Premoli perchè mi incuriosiva il titolo e, sinceramente, perchè mi sembrava il più veloce da leggere!

Descrizione: Jennifer e Ian si conoscono da sette anni e gli ultimi cinque li hanno passati a farsi la guerra. A capo di due diverse squadre nella stessa banca d'affari, tra di loro la competizione è altissima e i colpi bassi e le scorrettezze non si contano. Si detestano, non si sopportano, e non fanno altro che mettersi i bastoni fra le ruote. Finché un giorno, per caso, i due sono costretti a lavorare a uno stesso progetto: la gestione dei capitali di un facoltoso e nobile cliente. E così si ritrovano a passare molto del loro tempo insieme, anche oltre l'orario d'ufficio. Ma Ian è lo scapolo più affascinante, ricco e ambito di tutta Londra e le sue accompagnatrici non passano mai inosservate: basta un'innocente serata trascorsa a uno stesso tavolo perché lui e Jennifer finiscano sulle pagine di gossip di un giornale scandalistico. Lei è furiosa: come possono averla associata a un borioso, classista e pallone gonfiato come Ian? Lui è divertito, ma soprattutto sorpreso: le foto con Jenny hanno scoraggiato tutte le sue assillanti corteggiatrici. E allora si lancia in una proposta indecente: le darà carta bianca col facoltoso cliente se lei accetterà di fingersi la sua fidanzata. Sfida accettata e inizio del gioco! Ma ben presto portare avanti quello che per Jenny sembrava un semplice accordo di affari si rivela più complicato del previsto.

Recensione: Leggere questo libro è stato davvero facile... troppo facile! La storia è una di quelle romantiche e stereotipate: lei, ambiziosa e capace e lui, nobile e bellissimo che si odiano ufficialmente ma che, inevitabilmente, finiscono per innamorarsi. Lei è Jennifer, donna in carriera che esce da una delusione d'amore e si butta anima e corpo nel lavoro. Lui, collega ricco che non manca di infastidire lei e  deve affiancarla in un progetto di lavoro importante creando non poco scompiglio nella vita di Jennifer. La loro collaborazione è molto difficile, si odiano amabilmente da ben cinque anni! Ma gli eventi e la sete di successo li affiancano "per finta" come fidanzati e, tra litigate, feste in famiglia e passatempi vari, scocca la scintilla tra i due e si può facilmente immaginare la conclusione con il  "vissero per sempre felici e contenti". Io sono una romanticona inguaribile e  i lieto fine sono i miei finali preferiti ma leggere questo libro non mi ha dato le emozioni che di solito cerco in un libro. Mi sembrava già tutto scontato, già dalle prime pagine, e questo mi ha tolto la curiosità che deve accompagnarmi fino alla fine. La Premoli ha confezionato la favola che affianca un principe alla sua dama ma, per renderla pepata, li descrive acidi e rissosi finchè con si scoprono entrambi col batticuore quando sono insieme. Insomma, questo è stato un libretto da leggere proprio con leggerezza, senza impegno alcuno, per raggiungere l'obiettivo della challenge. Quello che mi continua a girare in testa però, ora, è un interrogativo serio: " ma cosa cavolo hanno visto i giurati del premio Bancarella, in questo libro, di così interessante da volerlo premiare?" . Mah...  mistero!

domenica 29 ottobre 2017

Recensione: Le luci nelle case degli altri di Chiara Gamberale

Buona domenica! Oggi il post è per parlarvi del libro di Chiara Gamberale  - Le luci nelle case degli altri - che ho scelto di leggere per rispondere all'obiettivo undici della Challenge La Ruota delle Letture. Per adempiere alla richiesta di Laura e Laura devo leggere un libro scritto da una scrittrice italiana vivente e ho pensato alla Gamberale! Tra i post di questo blog sono numerosi, ormai, quelli dedicati a questa autrice che mi piace tanto. Sono stata molto di parte nella scelta direi... volevo avere l'occasione di leggere questo che mi mancava. Questa challenge mi offre spunti decisivi per leggere molto e tra le cose che mi piacciono.

Descrizione: Maria, l'amministratrice condominiale libera e carismatica di un palazzo apparentemente come tanti, muore all'improvviso in un incidente stradale. Rimane sua figlia, Mandorla, una bambina di sei anni; e rimane una lettera, nella quale Maria rivela che il padre di Mandorla si nasconde in uno dei cinque piani del condominio che lei amministrava... Gli uomini del palazzo sono tutti sospettati ma decidono di non sottoporsi al test del Dna e stabiliscono di crescere la bambina tutti assieme. Attraverso lo sguardo smarrito - ora allegro, ora dolcemente disperato - della bambina, accendiamo le luci (e scopriamo le ombre) delle case di un condominio nel quale, presto, ogni lettore sentirà di abitare mentre, di piano in piano, Mandorla cresce, s'innamora, cerca suo padre e se stessa.

Recensione: Questo libro racconta la storia di Mandorla, bimba rimasta orfana da piccolina della mamma Maria che fa la custode in un condominio. La mamma le lascia una lettera in cui le spiega tutto l'amore che prova per lei e le svela che il suo papà abita nel suo stesso condominio. Questa rivelazione richiederebbe un test del DNA per fugare ogni dubbio ma nessuno dei condomini è disposto a effettuarlo. Alla fine tutti insieme decidono che la piccola sarà adottata formalmente dalla signora Polidoro e cresciuta da tutti loro: abiterà, a turno, con ogni famiglia dello stabile. Mandorla cresce e la mancanza della sua mamma è un punto fisso per lei, si sente sempre inferiore e inadeguata rispetto alla vita e a chi la circonda. Ha pochi amici e il ragazzo che le piace, Matteo,  sta con un'altra.  La famiglia Grò , Paolo e Michelangelo, Lorenzo Ferri e Lidia, la famiglia Barilla, sono un variegato insieme di storie familiari diverse a cui Mandorla partecipa senza mai sentirsene davvero parte integrante. Alla fine la sua vita è un insieme di vicende che ci insegnano che vedere "le luci nelle case degli altri" non significa che tutto sia chiaro in quelle case. C'è sempre qualcosa di non detto, di nascosto e Mandorla, cambiando famiglia regolarmente, se ne accorge subito. Far parte di un gruppo cosi numeroso e così diverso alimenta le sue insicurezze e a volte desidera addirittura scambiarsi il posto con le cose che la circondano. La Gamberale scrive con un tratto che mi incanta ogni volta. La storia di Mandorla è talmente strana, assurda quasi, ma al tempo stesso così veritiera. Davvero non conosciamo mai gli altri come crediamo, davvero più siamo circondati da persone e più ci sentiamo soli. Davvero le apparenze ingannano... e per arrivare a queste evidenze questo libro ci fa conoscere la vita di personaggi particolari. Uniti nell'intento di curarsi di Mandorla ma al tempo stesso presi dall'ansia di allontanare sospetti dalle loro case. Alla fine, come ormai mi succede spesso con i suoi libri, Chiara mi fa anche commuovere e questo indica che la storia mi "prende" così tanto da emozionarmi nel profondo. Il suo stile è di quelli che lasciano il segno in chi, come me, crede che l'amore sia il traino di ogni cosa: sia esso l'amore materno, quello filiale oppure quello che unisce due innamorati.

martedì 24 ottobre 2017

Recensione: Ci vediamo un giorno di questi di Federica Bosco

Buongiorno a tutti! Per me è un inizio settimana un pochino difficoltoso... sto combattendo con un raffreddore che non mi lascia in pace e mi ha preso in ostaggio testa, naso e occhi. mi sembra di avere la boccia dei pesci come casco! Nonostante gli acciacchi scrivo subito questo post per parlarvi del libro di Federica Bosco. Per me questa lettura ha un significato particolare: ho la copia del libro autografata dall'autrice! Ringrazio le deliziose Bancarella Blogger e Garzanti Libri per il Blog tour che mi ha permesso di ricevere un premio così prezioso. Quando poi al ventitreesimo giro della Ruota delle Letture mi è capitato come obiettivo il banner La biblioteca di Eliza che mi chiedeva di leggere Ci vediamo un giorno di questi, mi sono sentita davvero fortunata! Non avrei fatto aspettare oltre un libro così speciale.

Descrizione: A volte per far nascere un'amicizia senza fine basta un biscotto condiviso nel cortile della scuola. Così è stato per Ludovica e Caterina, che da quel giorno sono diventate come sorelle. Sorelle che non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra. Caterina è un vulcano di energia, non conosce cosa sia la paura. Per Ludovica la paura è una parola tatuata a fuoco nella sua vita e sul suo cuore. Nessuno spazio per il rischio, solo scelte sempre uguali. Anno dopo anno, mentre Caterina trascina Ludovica alle feste, lei cerca di introdurre un po' di responsabilità nei giorni dell'amica dominati dal caos. Un'equazione perfetta. Un'unione senza ombre dall'infanzia alla maturità, attraverso l'adolescenza, fino a giungere a quel punto della vita in cui Ludovica si rende conto che la sua vita è impacchettata e precisa come un trolley della Ryanair, per evitare sorprese al check-in, un muro costruito meticolosamente che la protegge dagli urti della vita: lavoro in banca, fidanzato storico, niente figli, nel tentativo di arginare le onde. Eppure non esiste un muro così alto da proteggerci dalle curve del destino. Dalla vita che a volte fortifica, distrugge, cambia. E, inaspettatamente, travolge. Dopo un'esistenza passata da Ludovica a vivere della luce emanata dalla vitalità di Caterina, ora è quest'ultima che ha bisogno di lei. Ora è Caterina a chiederle il regalo più grande. Quello di slacciare le funi che saldano la barca al porto e lasciarsi andare al mare aperto, dove tutto è pericoloso, inatteso, imprevisto. Ma inevitabilmente sorprendente.

Recensione: Questo libro racconta la storia di Caterina e Ludovica, due amiche che non potrebbero essere più diverse ma che si completano a meraviglia. E' la storia di due vite che iniziano veramente dal momento in cui si incontrano, a scuola durante l'intervallo, e che condividono esperienze, vittorie, dolori rimescolando le carte che la vita ha messo loro in mano. Caterina è quella che sprizza energia da tutti i pori, quella che prende per mano Ludovica e la sua tranquillità e la sprona a vivere e a osare. Insieme, loro due, riescono a farci capire cos'è davvero l'amicizia, quella solida e duratura, quella che fa anche litigare e allontanare ma che alla fine tutto torna come prima e il bene è addirittura aumentato. E io ci credo tanto, in questo sentimento, da sempre. Chi mi conosce bene sa che per me gli amici sono importanti e che l'amore può finire ma una vera amicizia no. Per questo ero ansiosa di avere questo libro tra le mani, volevo leggere una storia che mi confortasse in questo e Federica Bosco non mi ha delusa. La storia di Cate e Ludo è una giostra di eventi, belli e anche brutti, un diario di vita vissuta legate dalla loro amicizia. Ludo racconta le vicende e Cate è quella forte e decisa, quella che ha il coraggio per due e la vivacità per trascinarle fuori da tutti gli impicci che la vita presenta loro - ad esempio, un matrimonio sbagliatissimo per Ludo. Che emozione leggere queste pagine, divertenti per certi versi ma impegnative per altri. Federica, con la sua scrittura che io trovo così delicata ma molto incisiva, ha saputo farmi percepire benissimo la simbiosi che unisce le due protagoniste. Riesce a tirarci dentro la storia e a farci partecipi delle emozioni e dei dolori di Ludo e Cate. Ogni pagina aumenta il bisogno di arrivare alla fine, di conoscere l'epilogo di una storia così intensa e coinvolgente. E, alla fine, la scrittrice colpisce con un Ko finale... un messaggio che ci affida per ricordarci quanto sia importante vivere bene e in pace. Sembra una cosa scontata ma non lo è affatto! Leggere quelle ultime righe, dopo la conclusione della storia, mi ha fatto sentire una scossa che non mi aspettavo. Ha aggiunto valore a tutta la lettura.  Grazie Federica per aver scritto un libro così bello sull'amicizia e, soprattutto, sull'amicizia tra donne! Non sempre comprendiamo il valore di questo sentimento e del bene che può portare nelle nostre vite.
Un libro da consigliare a tutte le donne che apprezzano i libri ben scritti , quelli che lasciano messaggi da ricordare e che fanno bene, a tutte le amiche che non temono di versare un mare di lacrime... anche se possono dare la colpa al raffreddore! Ciao e al prossimo post.

lunedì 16 ottobre 2017

Recensione: In piedi sull'arcobaleno di Fannie Flagg

Un altro post, un'altra recensione sempre per il ventiduesimo giro di ruota.La ruota delle letture infatti, per questo turno, mi chiedeva di leggere un libro pubblicato in Italia prima del 2010. Io ho scelto questo perché mi offre l'occasione di leggere un altro libro di Fannie Flagg.

Descrizione: Elmwood Springs è la placida cittadina di provincia già teatro di "Pane cose e cappuccino". Questa volta la storia inizia nel 1946, ed è narrata da Dorothy, così come sono soliti chiamarla gli ascoltatori della sua trasmissione radiofonica quotidiana. Proprio attraverso la sua voce impariamo presto ad affezionarci ai tanti altri protagonisti: Bobby, il suo amato figlio di dieci anni, destinato a vivere migliaia di vite, la maggior parte immaginarie; il carismatico Hamm Sparks, che inizia vendendo trattori e finisce a vendere se stesso come politico, amato da due donne diverse come il giorno e la notte; Beatrice Woods, la ragazza cieca dalla voce angelica; e la favolosa Minnie Oatman, voce solista del locale coro gospel.

Recensione: Leggere i libri di Fannie Flagg è come essere catapultati in un film degli anni '50, si riesce a cogliere il clima, i colori e persino lo stile dei personaggi che vivono tra le pagine dei suoi libri. Dopo "Pane, amore e cappuccino" con questo racconto torno ad Elmwood Springs e ritrovo Dorothy che da casa sua trasmette alla radio un programma pieno di vitalità. Lei e la sua famiglia sono il perno attorno a cui girano le vicende di altri abitanti di Elmwood Springs, vicende felici, pratiche, difficili o comiche ma che hanno sempre quella giusta dose di ottimismo e serenità che la Flagg mi passa ogni volta che leggo un suo libro. Quanta tenerezza suscita Betty Rae, quanta simpatia Bobby che combina sempre guai, poi c'è Beatrice, che con la sua voce soave fa innamorare  e Doc, il marito di Dorothy,  che condivide con lei il peso e la dolcezza di una vita familiare mai monotona. Io mi ci sono affezionata, a tutti loro e sono convinta, una volta di più, che i libri di Fannie Flagg siano una ventata di aria fresca, frizzante e positiva e che leggerli ci aiuti a staccare la spina dai problemi quotidiani regalando, per lo spazio di un libro, un pochino di sana leggerezza. L'autrice no trascura certamente che nella vita possano accadere cose brutte o vere e proprie tragedie ma ci offre un punto di vista ottimista, ci insegna che le relazioni tra familiari, amici o solo tra compaesani possono aiutare a superare e a vivere tutto in modo più semplice e sicuramente più sereno. E trovo tutto questo molto significativo in questi tempi,  in cui l'individualità è predominante e ci priva del gusto di guardare oltre il nostro piccolo mondo per vedere anche gli altri, intesi come altre persone da conoscere per apprezzarne la diversità e trovarne magari un  supporto nelle difficoltà. In fondo, non nasciamo da soli ma siamo bravissimi a diventarlo! Abbiamo smarrito quell'empatia che ci avvicina alla gente... per questo spero di leggere e ritrovare altre storie ad Elmwood Springs.

Recensione: Qualcosa di vero di Barbara Fiorio

Buona giornata! Buon inizio di settimana a tutti. oggi scrivo la recensione del primo dei due libri da leggere per il ventiduesimo giro di ruota della Challenge di Laura e Laura, mi affretto a scriverne la recensione. Il mio obiettivo è Copertina Bianca e con questo libro direi che ci siamo...

Descrizione: A rincasare ubriachi nel cuore della notte si rischia di inciampare in qualsiasi cosa: un gradino, i lacci delle scarpe, uno stuoino fuori posto. Ma se ti chiami Giulia, sei una pubblicitaria di successo e per te l'infanzia è solo una nicchia di mercato, puoi anche inciampare in una camicia da notte con una bambina dentro: Rebecca, la figlia della nuova vicina. Allora, tra i fumi dell'alcol, puoi persino decidere di ospitarla per una notte sul tuo divano. Salvo poi rimanere invischiata in sessioni di fiabe da raccontarle ogni volta che la madre, misteriosamente, non c'è. Da Cenerentola a Pollicino, da Raperonzolo alla Sirenetta, purché siano sempre le versioni originali: quelle di Perrault, dei Grimm e di Andersen, dove i ranocchi si trasformano in principi soltanto se li lanci contro un muro, e non sono certo i baci a risvegliare le più belle del reame. Se invece ti chiami Rebecca e sei arrivata da poco in città, puoi provare a conquistare i compagni di classe con le "fiabe vere". Salvo poi imbatterti nelle temibili bimbe della Gilda del cerchietto, pronte a screditarti con le versioni edulcorate della Disney. E forse, nonostante i tuoi nove anni, cercherai di far capire a Giulia, la tua amica del pianerottolo, che, anche se i principi azzurri nella realtà non esistono, l'uomo giusto a volte è più vicino di quanto si pensi. Ciò che ancora non sai è che la verità costa cara. E non solo perché certe cose è meglio non raccontarle, specie quando ci sono di mezzo i segreti degli adulti.

Recensione: La protagonista è Giulia, pubblicitaria in carriera che per la testa ha solo tanti slogan da creare ma lo è anche Rebecca, piccola vicina di casa di Giulia. La loro amicizia comincia da un incontro di notte ma poi continua e mette insieme l'ironia un po' cinica di Giulia con la lucida vivacità di Rebecca. La piccola amica vuole le favole ma non quelle finte, vuole che la verità le sia raccontata tutta perché sa bene che nel mondo degli adulti le cose non sono né belle né buone. Quindi le favole che Giulia racconta non terminano mai con il vissero felici e contenti e questo innesca conseguenze poco simpatiche per la vita sociale di Rebecca. La sua mamma, che scappa da eventi da dimenticare e la cui storia strappa un impeto di rabbia e indignazione, lavora di notte e non è molto contenta dell'amicizia nata tra lei e Giulia. Nel frattempo la collaborazione tra Giulia e Lorenzo, al lavoro, piano piano si trasforma in qualcosa di imprevisto e potente... Rebecca e il suo compagno di classe Daniele sono sempre più convinti che i draghi sono simpatici e che le principesse sono stupide ma queste loro idee non sono molto ben accettate a scuola! Il vicino di casa di Giulia e Rebecca, un vecchio attore pensionato, rende più poetica la convivenza e le notti che la piccola trascorre in cerca di compagnia per compensare la mancanza di mamma. Questo libro è stato veramente pieno di sorprese, adoro Giulia e il suo modo di raccontare le favole! Io no ci riuscirei mai, il senso del lieto fine lo considero una cosa intoccabile ma sono anche realista e so che mai capita, nella vita, che le cose si risolvano magicamente, purtroppo. Adoro anche la piccola Rebecca, così tremendamente sveglia nonostante sia ancora una bambina e abbia una mamma che ha più bisogno di lei che non il contrario. E Leone... che dire! Vorremmo tutti un vicino così! E alla fine, Giulia che tanto dura non è, scopre che l'amore può esistere anche per lei... ed ecco il lieto fine che nessuno mi può toccare!!! 

lunedì 2 ottobre 2017

Recensione: Pista nera di Antonio Manzini

Buon lunedì! Ritorno con un secondo post dedicato alla recensione di Pisa Nera, libro di Manzini che ho letto per l'obiettivo La Libridinosa (leggere un libro che la proprietaria del blog sceglie per me) nel ventunesimo giro della challenge la Ruota delle Letture.

Descrizione: Un vicequestore nato e cresciuto a Trastevere, che odia lo sci, le montagne, la neve e il freddo viene trasferito ad Aosta. Rocco Schiavone ha combinato qualcosa di grosso per meritare un esilio come questo. È un poliziotto corrotto, ama la bella vita. È violento, sarcastico nel senso più romanesco di esserlo, saccente, infedele, maleducato con le donne, cinico con tutto e chiunque, e odia il suo lavoro. Però ha talento.
Una rilettura della tradizione del giallo all’italiana, capace di coniugare lo sguardo dolente del neorealismo e la risata sfrontata di una commedia di avanspettacolo.

Recensione: Il libro racconta di un altro caso che il vice questore Schiavone deve risolvere. Lui è sempre ad Aosta, città che rimane, nonostante la buona gente e il bel paesaggio che offre, un castigo rispetto alla sua adorata Roma. Dopo la morte della moglie Marina lui cerca di andare avanti e la capacità che dimostra nel risolvere i casi che si presentano è pari alla ruvidità del suo carattere... lui è bravissimo ad incastrare i colpevoli, a scoprirne i punti deboli e a metterli alle strette facendoli cedere e confessare le proprie colpe. In questo caso, un omicidio tra le nevi delle piste aostane, non sembra semplice risalire al colpevole ma Manzini ci accompagna nelle evoluzioni dei fatti che hanno per protagonisti i sospettati, Schiavone ovviamente non perde nessuna sfumatura e riesce a "far cadere" in trappola i colpevoli senza problemi. Anzi, risolve il caso facilmente ma è quasi sconvolto dal male che lo circonda: i colpevoli sono legati alla vittima e nulla può giustificare il loro gesto se non un diabolico senso di vuoto. Adoro Schiavone, come Manzini lo descrive, la sua continua lotta tra essere il bravo difensore della legge ma, al tempo stesso anche un pessimo esempio di rettittudine! Quando, nei momenti di calma tra le mura di casa, percepisce ancora la presenza della moglie Marina e porta avanti con lei un dialogo quasi reale, beh, lì a me Rocco suscita tanta tenerezza... tiene nel cuore il ricordo del vero amore per Marina! Anche se si concede di frequentare altre donne lei rimane il Suo amore e questa la trovo una cosa molto dolce soprattutto per uno Schiavone. Antoni Manzini con i suoi libri che hanno per protagonista Rocco Schiavone riesce a far divertire, stupire, indignare e anche riflettere i suoi lettori... il protagonista continua sempre ad essere maleducato, cattivo e anche leggermente odioso ma quando deve portare a casa il risultato di un indagine è preciso, fermo e intuitivo. Spesso i colpevoli ci dimostrano quanto possa mancare la moralità e la dignità e si ceda all'egoismo e alla superbia. 

Recensione: L'uomo che inseguiva i desideri di Phaedra Patrick

Bentornati! Mi riprometto ogni volta di essere un pochino più puntuale con le recensioni e di non aspettare sempre l'ultimo momento, soprattutto per quelle necessarie alla Ruota delle Letture, la challenge a cui sto partecipando e che tanto mi sta dando in termini di arricchimento (letterario) e di divertimento (le discussioni su Fb ne sono testimoni!).
Questa volta, nel ventunesimo giro, è uscito per me l'obiettivo Cuccia Librosa e quindi devo leggere un libro recensito nel blog La Biblioteca di Eliza nel 3016 e inizio 2017.
Io ho scelto questo di Phaedra Patrick che giaceva nella TBR e aspettava  il suo turno.

Descrizione: Da un anno, ogni mattina, Arthur Pepper si sveglia alle sette e compie con esattezza gli stessi gesti. Si veste seguendo un ordine preciso, mangia una fetta di pane tostato, poi alle otto e mezzo si mette a sistemare il giardino. Questo è l'unico modo per superare il dolore per la perdita dell'amata moglie, Miriam, dopo tutta una vita passata insieme. Solo così gli sembra di poter fìngere che lei sia ancora con lui. Ma il giorno del primo anniversario della sua scomparsa, Arthur prende coraggio e decide di riordinare gli oggetti di Miriam. Nascosta tra gli stivali, vede improvvisamente una scatolina. Dentro c'è un braccialetto con dei ciondoli: sono a forma di tigre, fiore, elefante, libro e altri piccoli oggetti. L'uomo sulle prime è perplesso; la moglie non indossava gioielli. Ma poi guarda con più attenzione e si accorge che su un ciondolo è inciso un numero di telefono, che Arthur non può fare a meno di chiamare subito. È l'inizio della ricerca e delle sorprese. Seguendo i ciondoli Arthur compie un viaggio che lo porta su un'assolata spiaggia di Goa che ha visto la donna giocare con un bambino indiano, a Londra da un famoso scrittore, in un'accademia d'arte dove è custodito un ritratto di Miriam da giovane, a Parigi in una raffinata boutique, in un castello della campagna inglese dove incontra una tigre, e in tanti altri luoghi che non aveva mai visitato. Un viaggio che gli fa scoprire una Miriam sconosciuta, ma che ha ancora tanto da insegnargli.

Recensione: Leggere il libro della Patrick è stata una  divertente fonte di riflessione: può essere che, dopo tanti anni vissuti con un'altra persona al nostro fianco, ci rendiamo conto di non conoscerla bene come pensavamo? Ma davvero si può sposare qualcuno, condividere la vita e tutto ciò che ci accade e nascondergli tutto ciò che eravamo prima di conoscerlo? Questo è quello che capita a d Arthur dopo un anno dalla morte della moglie... mettendo mano alle sue cose per fare spazio, trova un braccialetto con dei pendenti. Il gioiello è la spinta per cercare notizie a ritroso della vita della moglie e ogni scoperta conduce Arthur più lontano dalla figura di donna che lui conosceva. Viene a sapere che è stata in India, che conosceva scrittori famosi, che aveva amiche lontane e tante altre cose insolite per come la conosceva lui. Nonostante queste sorprese, i suoi due figli riescono ad avvicinarsi a lui, riallacciano rapporti stanchi e scontati e Arthur rinasce: si toglie i vestiti che indossava come divisa, esce e interagisce con le altre persone, viaggia... tutte cose che prima, quando la moglie era viva, non faceva. Ho trovato questo libro molto tenero, un uomo settantenne, praticamente ancora in lutto, che rompe la sua routine quotidiana per conoscere la vita di sua moglie prima che si conoscessero. Partire da dei pendenti di un bracciale e ricostruire le rete di fatti e persone  aiuta Arthur a mettere ogni pezzetto del puzzle della vita della sua consorte nel posto giusto. Come dicevo all'inizio di questa recensione, la cosa strana è non sapere chi era il partner e cosa faceva prima di conoscerci... io non avrei saputo omettere tali informazioni che, nel mio caso credo sarebbero spuntate qua e là. La bravura dell'autrice, secondo me, sta tutta nel creare la poesia intorno ai fatti del passato, ogni scoperta rende Arthur orgoglioso della sua amata e non rancoroso per il fatto di avergli nascosto delle informazioni su di lei. Diciamo che è stato un libro che ho letto volentieri  e spero di ottenere anche i punti dell'obiettivo  a cui l'ho abbinato!
Buona settimana e buone letture!

lunedì 18 settembre 2017

Recensione: L'amore addosso di Sara Rattaro

Buona domenica!Oggi scrivo per raccontarvi del libro che ho appena finito di leggere. L'amore addosso di Sara Rattaro è un acquisto fatto tempo fa ma altri libri sono stati più urgenti da leggere e così è rimasto li ad aspettare il suo turno che è arrivato con l'obiettivo Stanza Librosa. Per il ventesimo giro di ruota della challenge a cui partecipo  devo leggere un libro recensito da Laura nel 2016 o inizio 2017. Io ho scelto quello di Sara perchè, come sarà già chiaro a chi legge i miei post, mi piace molto quello che scrive e le emozioni che suscita in me leggendoli.

Descrizione: Una giovane donna attende con ansia fuori da una stanza d'ospedale. È stata lei ad accompagnare lì d'urgenza l'uomo che ora è ricoverato in gravi condizioni. È stata lei a soccorrerlo in spiaggia, mentre passava per caso, dice. Non dice - non può farlo - che invece erano insieme, che sono amanti. Lo stesso giorno, in un'altra ala dell'ospedale, una donna è in attesa di notizie sul marito, vittima di un incidente d'auto. Non era con lui al momento dell'impatto; non era rintracciabile mentre la famiglia, da ore, cercava di mettersi in contatto con lei. E adesso, quando la informano che in macchina con il marito cera una sconosciuta, non sembra affatto stupita. La prima donna è Giulia. La seconda è ancora Giulia. E il destino, con la sua ironia, ha scelto proprio quel giorno per fare entrare in collisione le due metà della sua vita: da una parte, quella in cui è, o sembra, una moglie fortunata e una figlia devota; dall'altra, quella in cui vive di nascosto una passione assoluta e sfugge al perbenismo di sua madre - alle ipocrisie, ai non detti, a una verità inconfessabile. Una verità che perseguita Giulia come una spina sotto pelle; un segreto che fa di lei quell'essere così tormentato e unico, luminoso e buio; un vuoto d'amore che si porta addosso come una presenza ingombrante, un caos che può soltanto esplodere. Perché l'amore è una voce che non puoi zittire e una forza che non puoi arrestare. L'unica spinta che può riportarti a ciò che sei veramente.

Recensione: Il libro racconta di Giulia, dell'amore per Emanuele e per Federico. L'inizio sembra portare ad una storia di tradimenti: lei, lui e l'altro ma non è così. La Rattaro scrive della vita, all'apparenza perfetta, di Giulia. Un bel lavoro, un marito innamorato, una famiglia di supporto che non le fa mancare nulla. Ma lei è fragile, è convinta che il suo matrimonio non sia così sano ma non ne parla con il marito, tira dritto e sopravvive finchè non incontra Federico. Lui è sposato e ha figli ma loro due sono anime affini e si appoggiano l'un l'altra costruendo un rapporto che li fa stare bene. Accade però che la vita gioca strani scherzi e Giulia si ritrova in ospedale sia per Federico che sta molto male che per Emanuele che ha avuto un incidente. Da quel momento le vicende che Giulia ha cercato di tenere nascoste, sotto la coltre del quieto vivere e delle apparenze tanto care alla sua mamma, riemergono con tanta energia e la costringono a ridimensionare i suoi affetti. Federico non ce la fa e lei ha il cuore a pezzi e sua moglie scopre anche la loro relazione, al tempo stesso Emanuele confessa a Giulia che non ha mai tradito il loro amore, lei ha travisato una sua amicizia. Lei, a questo punto, si rende conto che lui è sempre stato l'uomo della sua vita, apparentemente accondiscendente ma pronto a dimostrarle la sua forza nel momento del bisogno. Giulia è una donna che ha dovuto crescere all'ombra di una madre perfetta, potente e dal carattere forte. Per aiutarla ha preso decisioni importanti incurante della volontà della figlia ma sempre attenta a non prestarsi a pettegolezzi. Giulia sa che ogni suo passo è controllato da sua mamma, a volte le cose che fa sono una provocazione nei suoi confronti ma cerca di riprendersi la vita e buttarsi su chi le dona amore è un buon rifugio. Quando incontra Federico, per lei è un momento delicato, sa che Emanuele vede un altra e lei trae conclusioni che le sembrano ovvie. non fa scenate ma accetta le attenzioni di un altro che, secondo il mio punto di vista, la aiutano a sopportare il dolore del tradimento. Il vero amore aspetta Giulia quando si rende conto che la sua vita è alla svolta decisiva... Emanuele la aiuta ad affrontarla! Che bei personaggi ci descrive la Rattaro! Quanda vita tra le sue righe, quanti sentimenti reali e condivisibili mi fa scoprire il suo libro! Adoro ogni riga de L'amora addosso perchè svela la fragilità di Giulia e al tempo stesso i suoi sforzi per contrastarla e per superarla. Vivere un amore non significa essere al riparo da errori ma costringe a lavorare sempre per tenere il nostro sentimento a galla nel mare che il mondo rappresenta. Quanta sincera ammirazione per una scrittrice che mi sa far provare tali sensazioni! Alla fine del libro rimane molto su cui riflettere, non dobbiamo mai dare niente e nessuno per scontato perchè gli eventi possono mescolare la trama della nostra vita e farne un groviglio da cui si esce solo se si tengono punti fermi e persone amate sempre vicino!

sabato 16 settembre 2017

Recensione: Il Bambino di Fiona Barton

Ciao a tutti! Buon sabato e buon autunno, finalmente! Aspettavo con ansia ormai il cambio di clima ma passare dal caldo torrido della scorsa settimana alla coperta è un gran bel salto! Io comincio a godermi i benefici del fresco, la scuola è iniziata, la vendemmia finita e io mi posso dedicare alla lettura ogni volta che ho un momento libero. Questa volta vi parlo del libro di Fiona Barton che ho letto per raggiungere l'obiettivo n. 8 della challenge  La Ruota delle Letture dei blog La Libridinosa e La Biblioteca di Eliza. Per ottenere i punti in palio devo leggere un libro di almeno 400 e, secondo Amazon, questo ne ha 426!

Descrizione: Un quartiere di Londra in via di riqualificazione, un vecchio edificio che dev'essere abbattuto. Durante i lavori, un operaio scopre i resti di un neonato probabilmente rimasto sepolto per anni: difficile, se non impossibile identificarlo. Ma il mistero del bambino abbandonato tocca il cuore della gente e Kate Waters - la brillante giornalista che aveva seguito il «caso della vedova» - intuisce che anche questa è una storia per lei. Man mano che indaga, Kate scopre collegamenti con un vecchio episodio di cronaca nera: la scomparsa di Alice, una neonata, dall'ospedale in cui sua madre Angela l'aveva appena partorita. Ma Emma, inquieta ghost writer dal rapporto burrascoso con la madre, è persuasa che non sia così. Con la grinta e l'umana partecipazione che la rendono una giornalista speciale, Kate Waters ricompone la storia del bambino e con essa una dolorosa vicenda di ossessioni e tradimenti, penetrando nel passato di due donne che speravano di essersi lasciate tutto alle spalle.

Recensione: In questo libro di Fiona Barton la protagonista è la giornalista Kate che, dopo il ritrovamento dei resti di un bimbo, smuove e sconvolge le vite di due famiglie che sembrano avere punti in comune in questa vicenda. Indagando e seguendo le tracce con fiuto da detective, Kate riesce a sbrogliare l'intricata matassa della vicenda che ha come protagonista il povero piccolo ritrovato dopo anni. Leggere questo libro è stato un po' come guardare un film giallo alla TV: gli elementi li ho tutti ma bisogna collegarli bene a ogni personaggio della vicenda. Mi spiego meglio... in questa storia già dalle prime pagine si legge chi è il "colpevole", la questione principale è ricostruire tutti i fatti per collocare ogni cosa al posto giusto e risalire alle responsabilità. La passione di Kate per il suo lavoro di giornalista la porta ad insistere nelle indagini per poter scrivere della vicenda in modo completo. Le sue vicende personali si legano a quelle delle altre due donne coinvolte nella vicenda e svelano insospettabili verità!
Questo libro mi incuriosiva ma, lo ammetto sinceramente, l'ho letto più che altro per ottenere l'obiettivo delle 400 pagine! Non so se l'avrei preso in considerazione altrimenti... e leggendolo ho avuto anche la sensazione che molte pagine fossero di troppo. Troppe descrizioni, troppe parole per non progredire nella storia e quindi mi ha dato la sensazione che la trama fosse un po' stiracchiata visto poi come è terminata la storia. Anche svelare praticamente all'inizio il colpevole mi ha lasciata un po' basita, l'ho continuato sempre aspettando un colpo di scena che non arrivava mai. In fondo la Barton mi ha dato tutti gli elementi a cui pensare per arrivare al finale anche da sola... e questo mi ha tolto la curiosità che mi piace avere per la fine di un libro.
Buon pomeriggio a tutti!

lunedì 4 settembre 2017

Recensione: Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs di Fannie Flagg

Buon lunedì e soprattutto benvenuto settembre! Mi rendo conto ora che siamo arrivati al mese del rientro a scuola e della ripresa di tutti gli impegni che tre figlie studentesse possono avere... ma sono felice! Il tempo è variabile ma adesso è consentito respirare e non boccheggiare, per me è una gran cosa questa!
 E siamo qui per le seconda recensione del mese e per il diciannovesimo giro di ruota della Challenge a me cara. Questa volta l'obiettivo che cerco di portare a casa è il numero 1 e cioè leggere un libro di Fannie Flagg.

Descrizione: Dena è una splendida e ambiziosa stella nascente della televisione degli anni Settanta. L'aspetta un futuro più che promettente, ma il suo presente è irto di complicazioni e il passato avvolto nel mistero. Tutti i nodi della sua vita vengono al pettine quando è costretta a lasciare l'amata New York per fare ritorno nella cittadina della sua infanzia, Elmwood Springs, Missouri. Dove rivede una vecchia amica pronta a buttarsi nel fuoco per lei; i parenti chiaccheroni ma saggi; una pioniera delle trasmissioni via etere. E altri personaggi teneri e bizzarri, tutti ammaliati da una donna che, senza sapere dove sia la sua casa e neppure cosa sia l'amore, proprio grazie a loro mette le basi per un futuro nuovo ed inaspettato.

Recensione: Non ho mai letto nulla di Fannie Flagg prima di questo libro ed ero molto curiosa. Ho letto la storia di Dena Nordstrom con facilità, tanta è la delicatezza con cui l'autrice ne descrive la vita e i fatti che la coinvolgono. Non sembrava  all'inizio che ci potesse essere spazio per i buoni sentimenti, lei è una celebrità televisiva con un' infanzia non facile che cerca spazio sempre maggiore in TV. E per ottenerlo è disposta anche ad essere cinica e a dimenticare le persone che le hanno voluto bene nel passato. Il corpo comunque le lancia segnali allarmanti, il suo stomaco subisce lo stress e, quando la situazione si fa dura, Dena è costretta a rivedere la sua vita e ad andare a fondo nelle cose che fanno male. Con molta sofferenza scopre le sue origini e impara ad accettarle e non contempo si ritrova innamorata. Tutto il libro è così lieve, anche nelle parti più intense, che è un piacere andare avanti e scoprire il finale. La Flagg tiene incollati alle pagine perchè sa decrivere le situazioni, gli ambienti, gli stati d'animo dei personaggi in una maniera così precisa che sembra di esserci, lì ad Elmwood Springs o in qualsiasi altro luogo descritto nel libro. L'autrice ha uno stile decisamente unico che apprezzo soprattutto quando descrive il malessere di vivere di Dena legato alla sua infanzia, all'abbandono subìto e che non comprende finchè l'aiuto di cari amici la porta a mettere ogni tassello al suo posto e a rivedere tutta la sua infelicità sotto un'altra luce. Così riesce a lasciare un lavoro che non sente più conforme a lei e a ricominciare una nuova vita in una piccola cittadina del Missouri insieme all'unico uomo che le è stato accanto e ha atteso con pazienza e immutato amore che Dena fosse pronta per accogliere il suo affetto. Brava l'autrice a farci seguire le vicende di Dena e della sua famiglia descrivendoci gli avvenimenti del passato in modo completo così che riusciamo ad avere il quadro esatto della storia dall'inizio. Fannie Flagg ci tiene per mano, raccontando la trama, fino a portarci al finale che lascia tanto ottimismo e fiducia nelle cose belle che, prima o poi,  ognuno si augura di poter vivere. Adesso credo cercherò altri titoli della Flagg... mi rimane la curiosità di leggerli per vedere se anche gli altri sono così belli!
Buon inizio settimana a tutti!

Recensione: Il club delle lettere segrete - Angeles Donate

Ciao! Eccoci ad una nuova recensione per la Challenge La Ruota delle Letture; siamo arrivati al diciannovesimo giro di ruota e uno degli obiettivi mi chiede di leggere un libro con la copertina prevalentemente gialla. Eccolo qui...

Descrizione: È arrivato l'inverno a Porvenir, e ha portato con sé cattive notizie: per mancanza di lettere, l'ufficio postale sta per essere chiuso e il personale verrà trasferito altrove. Sms, mail e whatsapp hanno avuto la meglio persino in questo paesino arroccato tra le montagne. Sara, l'unica postina della zona, è nata e cresciuta a Porvenir e passa molto tempo con la sua vicina Rosa, un'arzilla ottantenne che farebbe qualsiasi cosa per non separarsi da lei e risparmiarle un dispiacere. Ma cosa può inventarsi Rosa per evitare che la vita di una delle persone che le stanno più a cuore venga stravolta? Forse potrebbe scrivere una lettera che rimanda da ben sessant'anni e invitare la persona che la riceverà a fare altrettanto, scrivendo a sua volta a qualcuno. Pian piano, quel piccolo gesto innescherà una catena epistolare che coinvolgerà una giovane poetessa decisa a fondare un book club nella biblioteca locale, una donna delle pulizie peruviana, una cuoca un po' maldestra e tanti altri, rimettendo in moto il lavoro di Sara e creando non poco trambusto fra gli abitanti del piccolo borgo. Perché - come ben sanno tutti quelli che provano un brivido di gioia ogni volta che ricevono posta a sorpresa e che affondano il naso nella carta per sentirne il profumo - una lettera tira l'altra, come un bacio. E può cambiare il mondo.

Recensione:  Ho acquistato questo libro un bel po' di tempo fa,  mentre cercavo qualche titolo interessante in libreria ho visto questa bella cassetta delle lettere che mi ha incuriosita molto. L'ho comprato e portato a casa ma altri titoli hanno avuto la precedenza nella lettura e questo è rimasto lì ad aspettare il suo turno, Mi è tornato in mano mentre cercavo qualcosa di giallo che rispondesse all'obiettivo della challenge e questo poteva fare al caso mio! Ma che bello questo libro, una storia leggera, romantica e piena di buoni sentimenti. Mi è davvero piaciuto leggerlo (credo vi siate accorti che ci sono pochi libri che NON mi piacciono!) perchè racconta di un piccolo paese e del suo ufficio postale che rischia la chiusura per mancanza di lettere. La gente del posto si attiva, tutti sono affezionati alla postina e non vogliono arrendersi alla chiusura, così fanno partire una serie di lettere anonime che circolano tra di loro incrementando il servizio postale. Iniziano con le lettere nuove amicizie, riappacificazioni, amori ed è sorprendente scoprire quanto sia bello l'effetto di una lettera scritta a mano, quanto si possa essere liberi e sinceri parlando di sè stessi, mettendo  nero su bianco le proprie emozioni e i propri pensieri. Visti i tempi in cui viviamo mi viene da dire inoltre che questo è un libro quasi "terapeutico":  oggi che relazioni virtuali su whatsapp, Instagram e tutti i vari social, pochi riescono ancora a usare la penna e a scrivere per tenere vivi i contatti umani che arricchiscono testa e cuore. Sara, la postina protagonista, si ritrova destinataria di tanto affetto e il suo lavoro non è più a rischio grazie all'affetto di tante persone che si sono mobilitate per lei, certo, ma anche perchè avevano odi da sciogliere, liti da appianare, segreti da confessare e l'hanno fatto scrivendo. Questo libro non posso certo definirlo un capolavoro di letteratura ma vi assicuro che, al temine, mi ha lasciato un senso di pace e di serenità. Io sono sempre stata una sostenitrice delle lettere e delle cose scritte a mano, mi piacciono e mi sembra quasi che il contenuto assuma un valore più alto quando vengono scritte di proprio pugno. Trovare le missive addirittura protagoniste di un libro è per me l'apoteosi... che vale ancora di più se mi aiuta ad ottenere l'obiettivo per la Copertina Gialla nella challenge di Laura e Laura.
Un saluto e alla prossima lettura!

venerdì 18 agosto 2017

Recensione: Sulla sedia sbagliata di Sara Rattaro

Buon venerdì a tutti. Oggi pomeriggio mi sono seduta davanti al computer per scrivere questo post con l'animo ancora in subbuglio per gli eventi che stanno succedendo intorno a noi: Spagna prima, Finlandia poi. Un filo conduttore unico, l'odio, che non riesco proprio a concepire e mi spaventa l'idea che tutto questo non abbia una fine! Ok, ora cerco di tirare bene i fili del discorso e tornare alla mia recensione di oggi: Sulla sedia sbagliata di Sara Rattaro, un libro che ho letteralmente divorato in poche ore e che ho scelto per raggiungere l'obiettivo 3 leggendo un libro il cui titolo contenga un aggettivo.

Descrizione: "Ci sono cose che solo una mamma può capire. E che, purtroppo, solo una mamma può sentire". Una madre rimane sempre una madre. Non smette mai di esserlo. Qualunque cosa accada. Anche quando non esiste nulla di più difficile al mondo. Lo sa bene Francesca, che ogni settimana va in carcere a trovare suo figlio accusato di un reato gravissimo: omicidio. Lei che continua a domandarsi dove abbia sbagliato. Perché negli occhi di Andrea fatica a riconoscere il bambino che ha cresciuto. Ma il suo cuore non può fare altro che proteggerlo. E la missione di ogni madre. Proprio quella missione che Teresa sente di aver fallito nel momento in cui sua figlia le è stata strappata via troppo presto in un incidente d'auto. Lei non era lì a difenderla per non lasciarla andare. Un dolore troppo grande che l'amore materno di Teresa non riesce ad accettare, al punto da creare una realtà diversa in cui la ragazza gira ancora per la casa a portare luce con il suo sorriso. Francesca è la madre di un carnefice, Teresa la madre di una vittima. Eppure sono solo due donne che devono in qualche modo superare la sconfitta delle loro speranze, dei loro sogni di un futuro felice per i figli. La loro sofferenza assume le stesse tonalità, usa le stesse parole, piange le stesse lacrime. Perché il confine tra l'errore e la verità si confonde. Non è mai netto. L'amore più puro può trasformarsi in un peso troppo grande da sopportare. Può fare male o far sbagliare...

Recensione: Sara Rattaro ha scritto un altro libro che mi rimane impresso nell'anima! In questo suo scritto racconta di madri e di figli, di perdite che creano vuoti immensi, di emozioni forti che lasciano segni indelebili. E' un racconto a più voci del dolore, in tante sfumature, che lascia buchi nel cuore e nell'esistenza di chi sopravvive. Francesca è la madre di un assassino che soffre e teme di essere causa del gesto colpevole del figlio. Teresa è la mamma di una ragazza morta in un incidente stradale che, donando gli organi, salverà Zoe dal diabete. E Paolo, figlio di una madre troppo pesante che lo carica della colpa di essere nato e che lui uccide per farla smettere di urlargli il suo rancore. Valeria, la ragazza che ha scoperto di saper amare ma che, a causa del troppo amore, cade nel tunnel dei disturbi alimentari. Tante voci diverse, tanto dolore che collega gli uni agli altri. Il cuore è la cosa più fragile che abbiamo e una madre sa che il suo è indissolubilmente legato a quello dei figli... qualunque cosa succeda. Quando capita che la vita prende una piega tragica, che un figlio uccide la fidanzata, la madre non può non chiedersi dove ha sbagliato, cosa poteva fare di meglio o di diverso per riparare il figlio da tutto questo ed evitarglielo. Quando la Rattaro scrive che: " ...la vita di un genitore è come il passaggio di un funambolo da un capo all'altro della fune, incroci le dita sperando di arrivare incolume..." dice davvero una verità dura e onesta. Come madre mi sono sentita molto coinvolta nella lettura di queste pagine, ogni angoscia di quelle madri è anche un po' mia. Io cerco di fare il meglio per le mie figlie, di insegnare loro le cose necessarie alla loro buona crescita ma come posso sapere che è quello di cui hanno davvero bisogno? Come posso avere la certezza che il loro sarà un futuro sereno come ogni genitore si augura per il proprio figlio? Come posso metterle al riparo da ogni difficoltà o evitare loro di seguire strade destinate alla sofferenza? Anche se ogni buona madre cura il rapporto con i figli, li segue, li ascolta, a volte si ritrova a fare i conti con tragedie imprevedibili e se ne sente tutto il peso sulle spalle.. inevitabilmente. Anche i figli, quelli che per qualche motivo sembrano avere commesso atroci gesti giustificati da madri colpevoli, anche per loro la scrittrice riesce a muovere sentimenti di comprensione. Perchè le madri sono importanti, sono forti anche per i figli, sono fragili solo se il dolore colpisce chi hanno generato e se lo caricano sulle spalle per una sorta di tacita condivisione.
Ho finito di leggere il libro stamattina e sono ancora qui che cerco di digerire il magone che mi è rimasto, il colpo all'anima che mi ha lasciato leggerlo. Complimenti a Sara Rattaro che per l'ennesima volta mi conferma di essere una scrittrice talentuosa, capace di coinvolgere chi legge al punto da provare perfino le stesse emozioni dei protagonisti. Ho tutti i suoi libri e mi manca solo leggere il suo ultimo uscito ma sono certa che avrà la stessa presa emotiva e sarà un altro piacevole colpo al cuore quando lo leggerò. Intanto con questo spero di aver raggiunto entrambi gli obiettivi del diciottesimo giro di ruota nella challenge La Ruota delle Letture.
Intanto auguro a tutti  un buon week end d'agosto sperando in un po' di fresco, altrimenti qui si evapora davvero! A presto!

mercoledì 16 agosto 2017

Recensione: Eccomi di Jonathan Safran Foer

Buon pomeriggio! In questo agosto che alterna sole caldissimo a cieli coperti e cappe di umidità pazzesca, io continuo con la  mia attività preferita per superare l'afa: leggere! Questa volta l'obiettivo da raggiungere per La Ruota delle Letture è il numero 6 e quindi leggere un libro il cui titolo sia composto da una sola parola. Ho scelto Eccomi perchè ce l'ho da un bel po' di tempo nel Kindle, scaricato alla sua uscita ma sempre rimasto in attesa del tempo giusto. Di Safran Foer ho già letto anche Molto forte, incredibilmente vicino che mi ha positivamente sorpresa; è un autore che usa le emozioni, anche forti, per raggiungere il lettore.

Descrizione: «Eccomi.» Così risponde Abramo quando Dio lo chiama per ordinargli di sacrificare Isacco. Ma com’è possibile per Abramo proteggere suo figlio e al tempo stesso adempiere alla richiesta di Dio? Come possiamo, nel mondo attuale, assolvere ai nostri doveri a volte contrastanti di padri, di mariti, di figli, di mogli, di madri, e restare anche fedeli a noi stessi? Ambientato a Washington nel corso di quattro, convulse settimane, Eccomi è la storia di una famiglia sull’orlo della crisi. Mentre Jacob, Julia e i loro tre figli devono fare i conti con la distanza tra la vita che desiderano e quella che si trovano a vivere, arrivano da Israele i cugini in visita, in teoria per partecipare al Bar Mitzvah del tredicenne Sam. I tradimenti coniugali veri o presunti, le frustrazioni professionali, le ribellioni e le domande esistenziali dei figli, i pensieri suicidi del nonno, la malattia del cane, anche i previsti festeggiamenti: tutto rimane in sospeso quando un forte terremoto colpisce il Medio Oriente, innescando una serie di reazioni a catena che mettono a repentaglio la sopravvivenza dello stato di Israele. Di fronte a questo scenario imprevisto, ognuno sarà costretto a confrontarsi con scelte a cui non era preparato, e a interrogarsi sul significato della parola casa. L’atteso ritorno di Jonathan Safran Foer alla narrativa dopo oltre dieci anni travolge con l’energia e l’impatto emotivo del suo libro d’esordio, confermando il talento di uno scrittore unico. Ironico e irriverente, commovente e profondo: un romanzo-mondo che affronta in una prospettiva universale i temi cari all’autore – i legami famigliari, le tragedie della Storia, l’identità ebraica – e insieme apre squarci di grande intimità.

Recensione: I protagonisti del libro sono Jacob e Julia e tutto gira intorno alla festa di Bar Mitzvah del loro figlio Sam, una festa per celebrare il suo passaggio all'età adulta. Arrivano i parenti, si confrontano storie di vita quotidiane, difficoltà, errori, traguardi raggiunti e falliti ma il terremoto che colpisce i Paesi del Medio Oriente congela tutto. La paura del disastro condiziona la vita dei coniugi Bloch, il loro matrimonio diventa terreno fragilissimo e qualsiasi cosa è messa in discussione. Julia scopre nel telefono del marito dei messaggi compromettenti, Jacob si rende conto che sta andando in una direzione che lo porta lontano dai valori che considera sacri e si  scopre insoddisfatto dalla vita. I figli, inconsapevolmente coinvolti nella disfatta della loro famiglia, devono crescere e superare i loro dubbi senza poter contare su figure adulte "presenti ed efficaci". In questa famiglia manca una cosa fondamentale: il dialogo. Ognuno di loro cerca di sfuggire alle proprie difficoltà da solo, non esiste il confronto serio, lo scambio costruttivo. Tutto questo viene raccontato da Safran Foer e nel contempo ci spiega di politica medio-orientale, di tradizioni ebree e di religione in generale.
La mia opinione personale su questo libro purtroppo non è molto buona, non capita spesso che io abbia difficoltà a terminare di leggere ciò che ho in mano, stavolta è successo! La storia è interessante, lo riconosco, il ritmo però è troppo lento; troppe informazioni tutte insieme che mi hanno costretta più volte a tornare indietro e rileggere per riacciuffare il filo del discorso perso. Dialoghi interminabili che fanno giri immensi per spiegare cose semplici, la vita della famiglia Bloch passata al setaccio in modo meticoloso e precisissimo mette addosso una strana angoscia.  Sono partita molto ben disposta verso questo testo ma, leggendolo, mi sono dovuta ricredere: gli strilli che lo danno come uno dei libri migliori dell'anno scorso, per me, non sono così veritieri. Forse sono io di gusti particolari, può essere, ma confesso che non amo molto i testi farciti di cose politiche o estremamente prolissi nel racconto e in questo libro ho trovato tutto questo. Sono comunque felice di essere arrivata alla fine, non è da me lasciare libri a metà,  e ci tenevo a finirlo per raggiungere l'obiettivo della challenge che mi chiede di leggere un  libro il cui titolo sia composto da una sola parola. E' stata una mission sofferta davvero stavolta! Jacob e Julia rimarranno nella mia mente come esempio di fallimento da tenere presente: parlare sempre e comunque. Il dialogo è fondamentale in famiglia!